Giovanni Muciaccia: il “web” quando non c’era il web

Giovanni Muciaccia,  l’idolo delle trasmissione televisiva Art Attack, in onda dal 1998 al 2005 e poi ancoradal 2011 al 2014, è stato ospite a Levico Terme dell’Associazione Insieme Cultura per presentare il suo libro “Attacchi d’arte contemporanea”, per comprendere l’arte e stimolare la creatività in modo semplice, coinvolgente e appassionante,per renderlo comprensibile a tutti.

Qual è il tuo pubblico?

Attraversa le età più diverse. Mi segue una intera generazione di bambini che non mi hanno visto in tv ma perché i genitori gli hanno fatto vedere il programma su youtube dove si trovano diverse molte puntate anche se non tutte.

Qual è stata la ricetta di un programma così amato?

La particolarità del programma è la grande capacità di far sognare la mente di un bambino, una mente libera e creativa. Hai la possibilità di costruire qualcosa che tu vedi e che si realizza davanti ai tuoi occhi. Art Attack dovremmo vederlo proprio con gli occhi di un bambino, ti fa sognare e ogni oggetto diventa qualcosa di speciale. Siamo diventati capofila nel mondo in tempi senza social media e internet. Un programma senza tempo che è ancora attuale e lo sarebbe ancora se fosse riproposto.

Cosa ti ha spinto a scrivere il libro, ricco di disegni ed immagini, con alcune parti anche al contrario?

L’arte è la mia grande passione.  Mi sono davvero impegnato h24 per 11 mesi con tanta ricerca e studio. E’ un confine sottile tra l’arte e la scienza, costruito con delle analogie che sono interessanti non solo per i neofiti ma anche per gli esperti d’arte perché ho inquadrato i movimenti artistici sotto una luce nuova. All’arte mi dedico completamente, visitando mostre, musei, gallerie d’arte. Sono uno spettatore lento, che quando è possibile sta davanti a un quadro aspettando che l’opera si riveli perchè ha bisogno di tempi e non puoi pensare che tu la guardi e di primo acchito l’opera ti dica qualcosa. Dobbiamo aspettare che l’opera si attivi e che il nostro occhio inizi a percepire tutti i colori e le loro influenze su di noi.

Come sta l’arte contemporanea?

L’arte contemporanea è un mondo ricco e affascinante, un campo senza confini. Ha una ricchezza che mediamente non riescono a capire, la snobbano, la sottovalutano e fanno un grande errore, perché l’arte di questo genere  parla alla mente dell’uomo, è concettuale e gioca con la tua intelligenza e ti fa diventare più acuto. Dovrebbe essere insegnata a scuola come una grammatica di base.

Cosa ti aspetta?

Le cose accadono, non aspetto niente e non partecipo alla corsa televisiva, non mi manca quello che c’è intorno. Se c’è da fare buona televisione, sono in prima linea, ma non sono fissato con la carriera, non ho mai sgomitato per arrivare, sono una persona libera.

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.