Le “Forme scultoree” uniscono Italia a Bosnia

L’artista (a dx) con Marco Di Ruzza, Ambasciatore d’Italia in Bosnia Erzegovina

La mostra di Leonardo Lebenicnik “Forme scultoree”, ospitata a Tuzla presso l’atelier “Ismet Mujezinovic” dal 3 giugno al 3 luglio, rappresenta una testimonianza di altissimo livello dei profondi legami storici, culturali e umani che uniscono l’Italia e la Bosnia Erzegovina. L’artista stesso, doppio cittadino, con la sua storia personale e professionale è un eccellente “pontiere” tra i due Paesi. Originario di una città dove tradizionalmente è molto sentito il rapporto con l’Italia (e particolarmente con il Trentino, terra d’origine della locale comunità di origini italiane), il Maestro ha infatti costruito il suo peculiare e affascinante percorso artistico a partire dagli anni ’90 proprio a partire dal contatto con uno dei grandi nomi dell’arte contemporanea trentina, Giuliano Orsingher. È nello stesso sviluppo della sua ricerca artistica, dunque, che Lebenicnik ha rinnovato una storia ormai secolare di relazioni simbiotiche tra questi due meravigliosi territori, la Provincia autonoma di Trento e il Cantone di Tuzla.

Il progetto “Forme scultoree” – dedicato al rapporto tra Uomo e Natura e ai materiali primari che hanno segnato lo sviluppo dell’Umanità quali il legno, la pietra e il ferro – è arrivato negli spazi della città bosniaco-erzegovese dopo l’esposizione presso il Palazzo della Regione a Trento nel febbraio 2022, dove ha suscitato larghi apprezzamenti. La mostra costituisce l’evento inaugurale delle celebrazioni del Trentesimo Anniversario dell’Associazione dei cittadini di origine italiana “Rino Zandonai”, una ricorrenza importante alla quale l’Ambasciata d’Italia a Sarajevo non ha voluto far mancare il suo entusiastico sostegno. A pochi mesi dal riconoscimento alla Bosnia Erzegovina dello status di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea, la mostra offre la più propizia delle occasioni per festeggiare la profonda interconnessione culturale che sussiste tra l’Italia – da sempre in prima fila nell’accompagnare la Bosnia Erzegovina nel suo naturale cammino verso la casa comune europea – e la città di Tuzla, dove batte un cuore italiano. Quella stessa Tuzla cui Alexander Langer si sentiva legatissimo e che l’ha doverosamente ricambiato concedendogli la cittadinanza onoraria postuma.

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