M.I.A. dallo Sri Lanka al mondo

M.I.A. è lo pseudonimo di Mathangi “Maya” Arulpragasam, cantante di origini srilankesi ma nata a Londra, ed è anche l’acronimo di Missin In Action (“scomparsa in missione”). Già nel nome troviamo alcuni degli elementi che caratterizzano la produzione di questa artista: il suo essere cittadina del mondo, geograficamente ma anche musicalmente (nelle sue canzoni il rap si mescola all’electro, al funk, e alle sonorità asiatiche della sua isola di origine, quella che gli inglesi chiamavano Ceylon e gli arabi Serendib), e la sua fascinazione per le armi e i conflitti (che compaiono frequentemente anche nei suoi video).

Il brano più famoso di Mia è senz’altro Paper Planes, dal suo secondo album, Kala, un rap che ironizza sulla paura degli stranieri introdotto da una campionatura dalla Straight to Hell dei Clash. Ma il disco con cui Mia si è imposta è il primo, Arular, definito all’epoca dalle maggiori riviste di settore uno degli album più significativi del 2005. Lanciato dal video di Bucky Done Gun, canzone oltremodo trascinante, il disco è intitolato al padre della cantante, Arul Pragasam, attivista Tamil scomparso nel 2019, coinvolto nella guerra civile che per molti anni, in Sri Lanka, ha contrapposto la maggioranza cingalese alla minoranza appunto Tamil (fino alla definitiva sconfitta dei secondi e al tramonto delle loro aspirazioni ad un Tamil Eelam, uno stato indipendente).

Cenni alla guerra civile e alla cultura del suo paese di origine compaiono un po’ ovunque in Arular, anche nella copertina. Tuttavia la musica di Mia non è solo politica, o meglio: è anche dance music. Certo, va detto che l’artista non le ha mai mandate a dire. Ha collaborato con star del calibro di Madonna e Rihanna, è stata nominata nel 2009 dal Time una delle 100 personalità più influenti al mondo, è andata a vivere negli USA, ma ha conservato una propria integrità. E non ha smesso di provocare, come anche recentemente con un video che inneggia alla free Palestina

Chi scrive ha amato molto le canzoni di Arular, da Galang a Sunshowers al tempo stesso così sfrontate, fresche, danzerecce, sexy, esotiche e movimentiste. Mi sbilancio: le rime e i ritmi di Mia sono stati una delle cose più eccitanti della pop music degli anni 2000, assieme al combat-rap degli Asian Dub Foundation. 

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Pubblicato da Marco Pontoni

Bolzanino di nascita, trentino d’adozione, cittadino del mondo per vocazione. Liceo classico, laurea in Scienze politiche, giornalista dai primi anni 90. Amori dichiarati: letteratura, viaggi, la vita interiore. Ha pubblicato il romanzo "Music Box" e la raccolta di racconti "Vengo via con te", ha vinto il Frontiere Grenzen ed è stato finalista al premio Calvino. Ma il meglio deve ancora venire.