Fotografia a chilometro zero

Foliage nel Vermont? No, a Bordala Pass!

“Chilometro Zero” è una modalità di consumo nota a tutti. Nel caso dei prodotti alimentari si tratta di un approccio al cibo che cerca di riavvicinare l’uomo alla terra in cui vive, rifiutando l’esotismo alimentare a tutti i costi, le ciliegie cilene a gennaio e le arance sudafricane a luglio. Il km zero alimentare rimanda però a una questione e a una tendenza più generale: quella, molto diffusa nei paesi ricchi, di cercare l’esotico in molti ambiti della vita: l’arredamento, l’abbigliamento, la medicina, la cura del corpo e dell’anima e in particolare, il viaggio, finalizzato a dare un’occhiata, fuggevole, al mondo intero.

E qui veniamo al tema di questa rubrica, perché non c’è viaggio senza fotografia, e questo ci sta, ma, per molte persone, sembra quasi che non ci sia fotografia senza viaggio!

Perché non pensare a una fotografia a Km 0, viaggiando a casa nostra? Ma non da viaggiatori/turisti mordi e fuggi ma viaggiatori/esploratori, curiosi, attenti, silenziosi, non guidati dalla fretta ma dalla pazienza.

C’è dell’esotico fuori casa ed è semplicemente quello di cui non ci siamo accorti prima d’ora perché distratti, proiettati ansiosamente nel futuro e nell’altrove, ma che si trova a pochi passi da noi.

È un invito, il mio, a cercare di sviluppare un’attenzione visiva più acuta, più profonda, meno frettolosa, che non ha bisogno degli effetti speciali né dell’esotico a tutti i costi per attivarsi ma si nutre della scoperta, anche piccola, capace però di evocare quell’altrove che è presente dovunque, raggiungibile anche senza Ryan Air.

Con tutti i vantaggi di operare in casa: consumare meno carburante e poter tornare ripetutamente nello stesso luogo, per correggere riprese insoddisfacenti o per scoprire che la realtà non rimane mai uguale a sé stessa, essendo in continuo mutamento la luce, il clima e la cosa più determinante… noi stessi!

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Pubblicato da Adriano Frisanco

Biologo mancato, fotografo per destino, da decenni diffonde la fotoepidemia nella popo-lazione trentina, attraverso corsi e progetti altamente contagiosi. Ha una folle convin-zione: che la fotografia sia un linguaggio da imparare.