La mia banda suona l’electro-blues

“Play”, di Moby, è stato, in campo musicale, uno dei più grandi successi degli anni 90, ed essendo uscito nel maggio 1999 ha anche lanciato uno sguardo sul nuovo millennio. Lo ha fatto con un bellissimo compendio di elettronica dance, unita a certo romanticismo proprio ad esempio del Bowie berlinese (Moby è stato un grande fan del Duca Bianco), e inaspettatamente al blues delle origini.

La storia è nota: in alcuni dei brani dell’album, come Natural Blues, Moby utilizzò campionature di vecchie registrazioni, realizzate fra gli altri dal grande antropologo Alan Lomax nel Sud degli Stati Uniti fra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, per raccogliere le ultime testimonianze del folk, del gospel, del blues del Delta del Mississipi. Parliamo solo di brevi fraseggi cantati, ma anche di parti strumentali, mixati in loop sulla base electro. Niente di strano che un dj, quale Moby era, con un decennio di discoteche e rave parties alle spalle, utilizzasse delle campionature. Ma quei frammenti del passato, uniti alle basi elettroniche – a volte incalzanti, altre volte più eteree, lounge – fecero il botto.

“Play”, quinto album del musicista, esordì malissimo. Poi lentamente scalò le classifiche. Alla fine, tutte e diciotto le canzoni vennero utilizzate per spot pubblicitari o colonne sonore di film, un record nella storia della musica. Il battito rallentato e il pianoforte “liquido” di Porcelain, uno dei pezzi di maggior successo, ha segnato in maniera indimenticabile il film “The beach”, interpretato da Leonardo Di Caprio, a sua volta una sorta di manifesto (della ricerca del piacere in terre lontane, e delle sue conseguenze). 

Prodotto da un’etichetta discografica indipendente, la V2, dopo il rifiuto delle major, “Play” divenne disco di platino in più di venti Paesi. Il newyorkese Richard Melville Hall, classe 1965, vegano, pronipote di Hermann Melville, il celebre autore di Moby Dick, aveva definitivamente “spaccato”. 

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Pubblicato da Marco Pontoni

Bolzanino di nascita, trentino d’adozione, cittadino del mondo per vocazione. Liceo classico, laurea in Scienze politiche, giornalista dai primi anni 90. Amori dichiarati: letteratura, viaggi, la vita interiore. Ha pubblicato il romanzo "Music Box" e la raccolta di racconti "Vengo via con te", ha vinto il Frontiere Grenzen ed è stato finalista al premio Calvino. Ma il meglio deve ancora venire.