Eco chiama Narciso e Narciso (purtroppo) risponde…

Bombardamento amoroso, svalutazione, triangolazione, manipolazione, abbandono: sono le diverse fasi di una relazione tossica in cui uno dei partner è affetto da disturbo narcisistico di personalità. Un ciclo non sempre facile da riconoscere che Gladia Bertoldi racconta con dolcezza, precisione ed estrema chiarezza nel suo libro autobiografico «Eco chiama Narciso… e lui purtroppo risponde» (Albatros Il Filo, 2023, p. 104, € 13,90). Originaria di Trento, Gladia Bertoldi è diplomata in cultura teologica e magistrale e da alcuni anni vive a Telve Valsugana, dove lavora come insegnante di italiano in una scuola elementare. «Questo libro – spiega – è un diario, nato come trattamento terapeutico per ritrovare me stessa dopo una relazione tossica e ha l’obiettivo di accompagnare le altre persone che stanno vivendo o hanno vissuto in passato una situazione analoga. Queste pagine sono uno spazio dove riconoscersi e attraverso cui capire che non sono soli. I comportamenti dei narcisisti sono subdoli e raffinati e quindi spesso l’altra metà della coppia si sente smarrita perché, riportando all’esterno episodi e dinamiche, non viene compresa o creduta ». L’autrice stessa racconta di aver trascurato i primi campanelli d’allarme e di essersi resa conto che quella non era la normalità solo grazie a una grande forza di volontà e al supporto costante delle sue due storiche amiche, che hanno condiviso tutto il percorso e un po’ alla volta le hanno fatto da specchio, mostrandole un’immagine riflessa che non le piaceva. Di qui, l’avvio di una prima ricerca su Internet e la scoperta che il problema non solo esisteva, ma era più diffuso di quanto lei si immaginasse.

«Per interrompere i legami che si instaurano in una relazione tossica – continua – il mio consiglio è di informarsi e condividere. Io ho cominciato a raccogliere informazioni attraverso i libri e il web, partecipando a chat on line sull’argomento e poi effettuando una serie di sedute con la psicologa e alcuni colloqui con una coach delle relazioni. Ricordo che, soprattutto all’inizio, cercavo il confronto con qualcuno che avesse vissuto una situazione simile. Uno degli strumenti più potenti che ha dato inizio al cambiamento è stato divenire consapevole che ero responsabile di quella situazione almeno quanto il Narciso. Se lui sfruttava quanto potevo dare, era vero anche che io lo permettevo. Doveva quindi essere possibile smettere di farlo». La condivisione attraverso la pubblicazione del libro è stata una naturale conseguenza. «Il mio messaggio è che, anche dopo un’esperienza così dolorosa e mortificante, si può riuscire a star bene». Nel testo, scritto con un linguaggio avvolgente e avvincente che invoglia a proseguire, sono riportati esempi quotidiani di comportamenti malsani: dalle bugie seriali al punire sistematicamente il partner con il silenzio di fronte alla sua richiesta di spiegazioni, passando per la minimizzazione dei suoi eventuali dolori e disagi e per la massimizzazione dei propri. Un’opera, dunque, che fa bene al cuore, perché passo dopo passo rende partecipi delle sfide, delle debolezze e delle paure, ma anche delle soddisfazioni e del recupero dell’autostima che caratterizzano il difficile percorso di ricostruzione dell’autrice, in un crescendo che prepara per l’epilogo finale, dove il narcisista si vede strappare quella maschera che per lui è una sorta di «prima pelle». Ma attenzione: perché queste personalità sono sempre pronte a tornare in azione, per cui è bene non farsi cogliere impreparati dai loro «falsi pentimenti». «A tal fine – conclude la scrittrice – è fondamentale seguire un percorso con uno specialista e contare sulla propria rete di protezione e supporto, nel mio caso le mie amiche di sempre, le mie sorelle e la mia famiglia». E già, tra una presentazione e l’altra, si prepara a scrivere ancora, perché «che si tratti di narrativa o poesia, non voglio lasciare questo libro figlio unico».

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