Letizia Depedri: “Giro il mondo a bordo di un fumetto”

Dal fumetto indipendente delle autoproduzioni, fino alle collaborazioni con realtà editoriali nazionali ed internazionali. La fumettista trentina Letizia Depedri ci ha raccontato il suo amore per il fumetto, spesso rivolto ad un pubblico di adolescenti, dove la dimensione comica si interseca con quella della scoperta di sé. Tra i lavori di cui va più orgogliosa, una storia autoprodotta dal titolo «Il Signore delle Larve», realizzata con Dario Sostegni, in cui un gruppo di bambini in colonia estiva viene sorpreso dall’apocalisse zombie tutta intorno a loro, a cui reagiscono con la sconsiderata leggerezza tipica dell’infanzia.

Letizia Depedri è nata a Trento nel 1994. Ha frequentato lo Studio d’Arte Andromeda per tutto il liceo, per poi approdare all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Arriva poi all’Accademia di Bologna nel percorso «Linguaggi del fumetto». Collabora con diverse realtà editoriali locali, nazionali ed internazionali, tra cui l’editore francese Glénat. Non smette mai l’autoproduzione indipendente, grazie alla collaborazione con il collettivo Lisca per realizzare fumetti personali. Prende spesso parte a festival underground.

Letizia, quando hai scoperto la passione per il fumetto e per il racconto?

Da bambina leggevo le “Witch”, “Topolino”, “Il Giornalino” che aveva un misto di contenuti. Ho scoperto la passione per il fumetto durante il liceo, prima disegnavo un po’ a caso, fin quando ho conosciuto un’amica, Sara, che scriveva fan fiction. Grazie a lei ho intrapreso questo percorso.

Viene prima l’idea narrativa o quella grafica?

Non mi ritengo totalmente soddisfatta dal punto di vista della scrittura, voglio crescere ancora, al momento mi è più facile partire dall’idea grafica. Eppure da sempre la mia ambizione è scrivere, perché sono sempre stata una grande lettrice di libri e romanzi.

Ti ispiri ad altri autori e disegnatori?

Non so se è un processo cosciente. Nel corso della giornata sono sottoposta a tante immagini, chissà in che modo mi condizionano. Però è vero che ho i miei artisti preferiti, li seguo e vado a vedere cosa fanno. Magari quando lavoro su un progetto grafico, provo a immaginare come lo farebbe il mio illustratore preferito, butto giù uno schizzo, poi però lo elaboro a modo mio, anche perché non riuscirei a fare come qualcun’altro.

Una tavola dal libro a cui Letizia sta avorando attualmente, “Le héros du Louvre – Tome 01”. I testi sono dello scrittore Elie Chouraqui (ph. Facebook)

Oggi siamo bombardati di meme e vignette, non ti mette ansia il confronto costante con i contenuti realizzati da milioni di autori online?

È difficile confrontarsi con l’enorme quantità di cose bellissime prodotte da altri, ma non serve andare su internet, basta andare alle ferie del fumetto. C’è  da dire che tendenzialmente gli ambiti rimangono separati: ad esempio, i webcomics coreani che sono tantissimi non si prendono il nostro mercato, ma è una mia impressione personale. Mi sembra che per lavorare in Europa ci sia spazio. Poi per mandare via questa paranoia, provo a disegnare un po’ per me e mi concentro sulle commissioni lavorative e sui progetti aperti. L’ansia la combatto anche divertendomi.

C’è una tua storia a cui sei particolarmente affezionata?

Sono molto affezionata ad una storia autoprodotta dal titolo “Il Signore delle Larve”, scritta e realizzata insieme ad un altro artista, Dario Sostegni, stiamo lavorando al secondo capitolo della serie. I protagonisti sono questi bambini in colonia estiva per le vacanze: attorno a loro inizia l’apocalisse zombie e così la colonia diventa un’oasi di resistenza in cui ciò che accade attorno sembra un gioco. Mi piace immaginare la reazione dei bambini di fronte ad un avvenimento così tragico. Non lo prendono sul serio, non hanno un senso del pericolo, è molto comica. Il pubblico dei teenager mi piace, forse mi ci sento ancora dentro. Sono i contenuti che io stessa vorrei leggere, c’è un certo grado di leggerezza, ma anche una dimensione epica, molto pop.

Nel fumetto è più importante avere una formazione accademica o essere bravi autodidatti? 

Non so quanto sia necessario seguire un percorso accademico. Nella mia esperienza, l’Accademia invitava a cercare un approccio meno pop e più autoriale al fumetto, ma alla fine si può imparare molto anche dal confronto con gli altri autori. L’Accademia dà una cornice per cercare un proprio stile, ma è un obiettivo che cerco di perseguire operativamente, disegnando tanto.

Domande fisse

Il libro che stai leggendo? «Una cosa divertente che non farò mai più» di Foster Wallace.

Il tuo numero preferito? Il sette, mi sembra esteticamente bella la carta da gioco con la disposizione dei sette semi.

Il tuo colore preferito? L’arancione, è un colore che mi capita spesso di usare in maniera spontanea.

Il piatto che ami di più? Parmigiana.

Il film del cuore? “Il Signore degli anelli”.

La squadra di calcio che tifi? Non sono tifosa!

L’automobile preferita? La «DeLorean» se viaggia nel tempo!

Il viaggio che non sei ancora riuscito a fare? Perù.

Hai animali domestici? No, ma ho milioni di piante!

Pianta preferita? In questo momento, begonia mesoniana!

Cantante, compositore o gruppo preferito? Ho un rapporto complicato con la musica, non ne ascolto.

Se non avessi fatto quello che hai fatto, cosa avresti voluto fare? Botanica.

La cosa che ti fa più paura? Sono ipocondriaca!

Il difetto che negli altri ti fa più paura? La non educazione emotiva.

Infine, cosa ti fa ridere? L’umorismo non sense.

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Pubblicato da Fabio Peterlongo

Nato nel 1987, dal 2012 è giornalista pubblicista. Nel 2013 si laurea in Filosofia all'Università di Trento con una tesi sull'ecologismo sociale americano. Oltre alla scrittura giornalistica, la sua grande passione è la scrittura narrativa. È conduttore radiofonico e dal 2014 fa parte della squadra di Radio Dolomiti. Cronista per il quotidiano Trentino dal 2016, collabora con Trentinomese dal 2017 Nutre particolare interesse verso il giornalismo politico e i temi della sostenibilità ambientale. Appassionato lettore di saggi storici sul Risorgimento e delle opere di Italo Calvino.