Insensata paura d’amare

Cara Marlene, è da qualche tempo che frequento una persona e nonostante le difficoltà oggettive che complicano il nostro rapporto è nato un sentimento sincero. Tutto bene dirai, solo che io mi ritrovo ad avere dei comportamenti anomali: non riesco a vivermi serenamente questo momento e anzi, spesso e volentieri, creo e sollevo contrasti. Mi allontano, pur soffrendo. Cos’ho che non va?

G.T.

L’essere umano esiste per essere amato ed amare, su questo non c’è il minimo dubbio. Ma allora perché entrare in relazione con qualcuno genera spesso disagi, incomprensioni, difficoltà soggettive? Forse perché l’amore, questo sentimento così potente e universale, ci mette di fronte a noi stessi, scava dentro e porta a galla tutto, l’unicità che ci rende meravigliosi, ma anche e soprattutto le nostre paure, i nostri limiti.

Sicuramente poi l’impostazione che la società moderna impone alle nostre vite non aiuta lo sviluppo libero di ciò che sentiamo, ci affanniamo per emulare esempi comportamentali che non per forza ci rispecchiano e in questo tentativo perdiamo la nostra originalità, in poche parole la nostra identità. Così ci sentiamo sbagliati, fuori posto e non riusciamo a incasellare a livello razionale quello che proviamo. 

La mente si contrappone al cuore in una guerra inutile, perché i sentimenti sono un atto di “fede” non si possono analizzare con strumenti freddi e scientifici. L’amore non si può spiegare, si può solo vivere. Quando avviene l’incontro tra due cuori succede qualcosa che è simile ad un incanto, che ci fa sentire vivi. I sensi si espandono, l’intelligenza si potenzia, la sensibilità raggiunge vette altrimenti irraggiungibili. In quel momento, quando non siamo ancora influenzati da clichè e vincoli sociali viviamo la perfezione del sentimento, la purezza del mistero dell’amore.

Ma è qui che le cose si complicano, come tramutare il sogno in una realtà da vivere giorno per giorno? Quando provo a spiegarlo utilizzo un’immagine che a mio avviso rende bene l’idea: per riuscire a spiccare il volo è necessario lasciarsi andare nel vuoto per un breve attimo. L’amore forse è l’alternativa a una caduta senza fine. È quella forza che diamo e riceviamo per poter continuare a volare.

PHILOFOBIA: QUANDO INNAMORARSI PUO’ FARE PAURA

Instaurare una relazione sentimentale basata su un sentimento forte come l’amore può generare un senso di minaccia e spaventare alcune persone. Il sintomo principale è una paura persistente, irragionevole, esagerata ed eccessiva dell’amore.

Di fronte a questa situazione percepita come minaccia, l’individuo affetto da philofobia mette in atto una strategia di evitamento, cioè cerca di evitare tutto ciò che lo possa avvicinare o condurre alla condizione temuta. La fuga è un meccanismo di difesa comune: ci si tira indietro come giustificazione per non scavare e approfondire i propri sentimenti.

In realtà, ciò che più il philofobico teme è la propria reazione di fronte all’innamoramento, piuttosto che l’amore in sé e per sé. Il timore di perdere il controllo della propria condotta, di non poter gestire le proprie emozioni e di degenerare in comportamenti irrazionali è alla base della philofobia. 

Molti sentono che, innamorandosi e condividendo la propria intimità e la propria personalità, si espongono e si mettono completamente a nudo, minacciando il proprio spazio personale privato. 

Inoltre, dietro la philofobia, potrebbe celarsi un desiderio di riconoscimento e di approvazione, infatti, molti philofobici sono eccellenti in ambito lavorativo e ottengono spesso risultati professionali positivi.

Secondo il sociologo Zygmunt Bauman la philofobia deriva dalla crisi della coppia che caratterizza la società moderna, dove tutto cambia continuamente e rapidamente e la stabilità, sotto l’aspetto sentimentale, è qualcosa di sempre più raro. La moderna precarietà delle relazioni è un fenomeno emerso a causa del mutare delle condizioni di vita. Oggi le persone sono più capaci, anche economicamente, di andare avanti da sole e la nostra cultura accetta tranquillamente i distanziamenti. Non c’è niente di sbagliato nel separarsi, che le storie finiscano non è un problema. Anzi, molto meglio che si interrompano anziché diventare il ricettacolo di sentimenti malati che non hanno niente a che vedere con l’amore, al quale non possiamo rinunciare.

COME SI SUPERA LA PAURA D’AMARE?

Il primo passo per lasciarsi alle spalle la paura di amare è riconoscere questa condizione, per poterla osservare, analizzarla, destrutturarla e, così, superarla. Bisogna riflettere sulle relazioni passate, sulle paure provate, sui problemi ricorrenti che si presentavano, sui comportamenti che erano soliti instaurarsi di fronte all’amore, in base all’esperienza.

Durante questo processo di auto-osservazione, per non imbattersi in pensieri negativi e limitanti, è fondamentale non giudicarsi né criticarsi. In questo modo, si giungerà all’accettazione della propria vulnerabilità, dove risiede la vera forza. Una relazione ideale è quella in cui si mostrano apertamente le proprie fragilità.

P.S.: “Philofobia – paura d’amare” è anche il titolo di un progetto artistico che nel 2010 mi ha portato ad affrontare questa tematica. Aiutata dallo sguardo fotografico di Matteo De Stefano e con Giulia Agnoletto ho provato a rappresentare la paura del sentimento non solo raccontandolo con parole poetiche, ma anche attraverso i colori e l’impatto visivo.

Ho voluto affrontare questa questione non perchè mi senta un’esperta in materia o abbia un vademecum infallibile da condividere con voi che mi leggete, ma con l’intento di dare voce a una visione alternativa per affrontare, magari in una forma un po’ inedita, le difficoltà che riguardano il cuore.

Amare è come specchiarsi nel riflesso di noi stessi attraverso l’altro.
La paura ci rende soli. La paura spegne la luce.
E la paura d’amare è una prigione di scuse che costruiamo spesso involontariamente.
Per difenderci.
Prima di essere delusi o dopo aver subìto un colpo a fondo.
Un meccanismo di protezione che si rivela essere più dannoso di quello da cui dovrebbe salvare.
Esteriormente vestiti di gelo e indifferenza, neghiamo, nascondendolo,
quel luccichio umano dell’avere bisogno di amare ed essere amati.
Di aver bisogno di quell’altro essere vivente, che tra tutti ci ha raggiunto. 
Ha colmato i vuoti che portiamo e risponde a domande che nemmeno noi siamo in grado di pronunciare ad alta voce. L’amore ci legge dentro ma il timore appanna la visuale. Perché la paura serpeggia tra la gente di ogni età, si nutre di cinismo, va di fretta.
Alimenta i pensieri negativi: “L’amore non esiste”. Ma l’Amore non se ne va.

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