Tananai

“Stavolta professor son mi che me pias dar le informazion su na parola che l’è vegnù de moda: la parola l’è Tananai, el nome che el s’è dat Alberto Cotta Ramusino, nat a Milan entél novantazinque cantautore e produtor discogrfico che l’ha tacà a farse conosser produsendo musica eletronica entél domili e quatordese fasendose ciamar Tananai…”.

“Come mai?” 

“Lè cossita che el lo ciamava so nono con na parola en dialet bolognes che vol dir’ rotiscatole… ho let sui giornai”.

“Ma è anche una parola trentina che significa persona sprovveduta inesperta o anche  ‘chiasso’, ‘confusione’, sembra per via degli ebrei che, pregando,  continuavano a ripetere ‘adonai’, Signore. Adonai è anche uno dei cantanti invitati all’ultimo Festival di San Remo. Non ha vinto ma s’è fatta molta pubblicità, magari sarà per la prossima volta…”.

”No, mi l’Festival de San Remo propio no l‘me pias. Lè tut en casin. Gh’è tut for che bele canzon. Mi son fermo a Volare, che l’ha fat el giro del mondo tante volte e la continua girar. Dopo de alor, secondo mi, no gh’è pu stà canzon a l’alteza”.

“Non ti saprei dire. Ti so dire che io Modugno l’ho conosciuto di persona, dietro le quinte. E l’ho trovato intelligente e simpatico…”.

“Com’èlo stà?” 

”È stato dopo che Modugno aveva avuto un ictus, non so. Con le cure e una grande forza di volontà era riuscito a recuperare la voce a tornare sul palco. A Trento era giunto credo invitato dai Radicali di cui faceva o aveva fatto parte. Io fui invitato da un amico Radicale al Cinema Modena, mi ricordo. Il Mimmo mi piaceva sin da quando eseguiva alla radio canzoni come U pisci spada (credo fosse il titolo), che raccontava la storia di un pesce spada catturato perché aveva voluto seguire la sua femmina finita nella rete (o forse era l’inverso). Tra tante banalità assolute che riempiono le canzonette questa storia di amore e morte con protagonista una coppia di pesci mi colpì molto…“.

“Che fortunà élo sior professor  a scoltar dal vivo le canzon de Modugno interpretade da elo, quele men conossude, quele en dialet, sicilian credo”.

“Io mi ritengo fortunato di aver conosciuto i poeti, anche non grandi, ma autentici”.

“Che poeti”?

“Lorenzo Cosso, per esempio. Di padre sardo, nato a Milano ma arrivato a Trento a un anno per viverci sino alla morte a novant’anni. Che io sappia è l’unico poeta trentino che abbia usato la parola tananai…”.

“La g’ho, mi la g’ho!”

“Che cos’hai, la rogna?” 

“La g’ho sul me notes dele parole rare  en dialet trentin, che porto sempre con mi. Eco chì. El titolo l’è: “Himalaia”, me la ricordo ben. E i ultimi versi l’ è: “Pecà! che mai ghe fuss en giornalista / per scriver l titoloni sui giornai / Conquistato il Cornét da ‘n…tananai!

renzofrancescotti@libero.it

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Pubblicato da Renzo Francescotti

Autore trentino dai molti interessi e registri letterari. Ha al suo attivo oltre cinquanta libri di narrativa, saggistica, poesia in dialetto e in italiano. È considerato dalla critica uno dei maggiori poeti dialettali italiani, presente nelle antologie della Garzanti: Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi (1991) e Il pensiero dominante (2001), oltre che in antologie straniere. Sue opere sono tradotte in Messico, Stati Uniti e in Romania. Come narratore, ha pubblicato sei romanzi: Il Battaglione Gherlenda (Paravia, Torino 1966 e Stella, Rovereto 2003); La luna annega nel Volga (Temi, Trento 1987); Il biplano (Publiprint, Trento 1991); Ghibli (Curcu & Genovese, Trento 1996); Talambar (LoGisma, Firenze 2000); Lo spazzacamino e il Duce (LoGisma, Firenze 2006). Per Curcu Genovese ha pubblicato Racconti dal Trentino (2011); La luna annega nel Volga (2014), I racconti del Monte Bondone (2016), Un Pierino trentino (2017). Hanno scritto prefazioni e recensioni sui suoi libri: Giorgio Bàrberi Squarotti, Tullio De Mauro, Cesare Vivaldi, Giacinto Spagnoletti, Raffaele De Grada, Paolo Ruffilli, Isabella Bossi Fedrigotti, Franco Loi, Paolo Pagliaro e molti altri.