Supposizioni di settembre

ESAGERAZIONE O VERITÀ?
Un volantino di “Uniamoci a Trento”, affisso durante il passaggio del corteo in via XXIV maggio. Slogan e comizi hanno delineato un futuro da incubo. Sarà tutto vero?

È come un gioco, va bene. E giocare su certi argomenti non è proprio una bella cosa. Ma supponiamo che le tremila persone (secondo gli organizzatori) che hanno partecipato alla manifestazione denominata “Uniamoci a Trento”, dello scorso 9 settembre, gente arrivata da tutta Italia, sotto le insegne di 29 sigle di associazioni no profit, APS e altri sodalizi, supponiamo – si diceva – che avessero ragione. Supponiamo che sia vero che la città di Trento si sta trasformando in un laboratorio a cielo aperto in cui tecniche di intelligenza artificiale vengono utilizzate per sorvegliare i liberi cittadini. E supponiamo che non sia possibile effettuare tali operazioni senza ledere l’etica e la privacy degli abitanti, come si è affrettata a dichiarare l’amministrazione comunale, alla vigilia del corteo. Supponiamo dunque che non corrisponda completamente a verità il refrain che spesso sentiamo riecheggiare in merito: e cioè che la tecnologia viene usata per la sicurezza di tutti. Supponiamo anche che non sia lontana la deriva orwelliana paventata mediante i numerosi slogan uditi durante il pomeriggio di protesta e che davvero il progetto europeo Marvel che vede il Comune di Trento al fianco della Fondazione Bruno Kessler, con altri 15 partner europei, sia una sorta di congiura ai danni della riservatezza del privato cittadino.

L’occhio del grande fratello è triplice. E guardato a vista
La sorveglianza e la privacy non erano l’unico tema sul tavolo dei manifestanti

Data per vera – in questa sorta di gioco di ipotesi – ogni supposizione di questo  settembre del nostro scontento, beh, ci sarebbe davvero di che inquietarsi. Altro che delinquenza, spaccio e furto. Per fortuna si tratta solo di supposizioni.

“Il Comune di Trento rappresenterà un caso d’uso per capire cosa accade in alcune zone della città (come parchi, piazze, sottopassaggi, incroci) dove sono installate telecamere e/o microfoni. Dall’analisi di immagini e, dove presente, dell’audio, l’obiettivo è quello di riconoscere automaticamente la presenza/assenza di persone e discriminare situazioni potenzialmente problematiche”.

Lo confesso, il virgolettato – preso direttamente dal sito del Comune (https://www.comune.trento.it/Aree-tematiche/Smart-city/Progetti-d-innovazione-in-corso/MARVEL) – mi mette un po’ i brividi. E sollecita una domanda: che ne sarà della privacy della persona ripresa o registrata nel caso in cui la “situazione” non si riveli “potenzialmente problematica”?

Ancora del sito del Comune di Trento: “Il sistema utilizzato (…) prevede di effettuare le analisi video ed audio tramite gli algoritmi di AI direttamente nelle immediate vicinanze della videocamera, senza necessità di passare per il Cloud. Soprattutto durante la fase di sperimentazione, alcuni dati verranno utilizzati per “allenare” e costantemente migliorare gli algoritmi grazie a tecniche di Machine Learning. 

Non avete anche voi l’impressione di essere finiti in un film di fantascienza? Intanto che ci pensate un po’ su prima di rispondere, nel “portfolio” di questo mese vi regaliamo una carrellata fotografica del popolo della protesta, un po’ snobbato e banalizzato dai media e dalla popolazione. Loro quel film di fantascienza non lo vogliono guardare. E voi?  

Età media piuttosto alta in corteo. È triste registrare una certa latitanza dei giovani, i veri interessati
Via Perini. Le forze dell’ordine sorvegliano il corteo più che pacifico. Tutto si è svolto in un clima di serenità, sebbene velata da una sottile inquietudine

Il segno di Bansky all’ombra di Torre Vanga, via Prepositura. “Verrà un fulmine e accenderà aria e vento”, sono versi di una canzone di Malika Ayane
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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.