Cara AI, la musica è intuizione pura

È già da qualche anno che l’intelligenza artificiale si è interessata alla musica, e viceversa. Uno degli esperimenti più impressionanti è stata la creazione di una canzone sullo stile di Beatles, dopo che alla macchina si erano forniti una serie di dati e l’intero repertorio della band. Il risultato non è un capolavoro, ma sicuramente un pezzo discreto e credibile, che a un ascoltatore non esperto può sembrare scritto da Lennon e McCartney.

La domanda che tutti si pongono a questo punto è: “il computer potrà mai creare vera arte, e quindi musica di valore?”. 

Innanzitutto è bene chiarire un punto. Per ora l’intelligenza artificiale non può creare da zero: deve prima essere dotata di un campione, e quindi di fatto può solo copiare utilizzando un algoritmo. Per rispondere più in generale, invece, sarebbe prima utile definire la vera arte, e limitare quindi il campo; è un discorso lungo. Se vogliamo seguire a grandi linee la critica più consolidata, e quindi considerare arte le rare ispirazioni dei pochi geni in grado di cristallizzare un sentimento (per sua natura pre-verbale e pre-testuale) in un linguaggio comune (in una canzone cantata due linguaggi, le vibrazioni della musica e il testo), allora penso che non sarà mai possibile una creazione esclusiva della macchina. Essa potrà forse un giorno riconoscere i nostri sentimenti, e quindi impararli e riprodurli, ma non avrà mai i suoi sentimenti. Per chiarire il discorso con un esempio, direi che l’intelligenza artificiale non faticherebbe a produrre un tormentone estivo alla Fedez o alla Baby-K: un qualsiasi musicista è in grado di farlo, studiate le coordinate di base. Quello che il computer non potrà fare sarà scrivere Rimmel, o Signore delle cime, o una sinfonia di Beethoven, sia con elementi di partenza sia partendo da zero. 

Se l’arte, come sosteneva Benedetto Croce, è intuizione pura, possiamo stare tranquilli: rimane un traguardo per pochi esseri umani (e sempre più rari), figuriamoci per una macchina.


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Pubblicato da Alessandro Zanoner

Nato a Trento nel 1993, insegnante di italiano, latino e storia nelle scuole superiori. Suonatore di strada con umili tentativi da cantautore e scrittore. Mi piacciono la montagne e il Mar Tirreno; viaggio con una buona frequenza, soprattutto in centro Italia. Un pomeriggio a Roma una volta all'anno, minimo. Pavese, Moravia ed Hermann Hesse i miei autori preferiti in narrativa. Per la musica De Gregori, Vinicio Capossela, Lucio Battisti e Giovanni Lindo Ferretti.