Cuore devoto e immortale

Mary Wollstonecraft Godwin e Percy Shelley

Una pergamena ruvida e un calamaio illuminati dalla luce tremolante di una candela consumata a metà. Sullo scrittoio anche un misterioso cofanetto di legno intarsiato, chiuso con una piccola chiave d’argento.

Il 30 agosto 1797 nasceva a Londra Mary Wollstonecraft Godwin, che noi oggi conosciamo come Mary Shelley, la creatrice di Frankenstein. Mary aveva quindici anni quando incontrò il giovane poeta Percy Bysshe Shelley. Lui di anni ne aveva ventidue ed era sposato con Harriet Westbrook da cui aveva avuto un bambino. Questo dettaglio, però, alla giovane Mary non importava: era troppo affascinata da lui e dalle sue idee radicali. Nacque subito un’intesa, grazie alle letture e dagli interessi comuni. William Godwin notò l’interesse della figlia per l’ammiratore e cercò in ogni modo di ostacolarlo. A Mary e Percy non restò altro che optare per una fuga d’amore. La coppia riuscì a mantenersi in Francia e anche in giro per l’Europa, grazie alla cospicua eredità di un nonno di Percy. Alla fine del 1816 fecero ritorno in Inghilterra. Poco tempo dopo la moglie del poeta si suicidò gettandosi nelle acque del lago Serpentine a Hyde Park. Superato il periodo di lutto Percy poté chiedere la mano di Mary, rendendola ufficialmente Mary Shelley. La serenità, però, non era destinata a durare. Nel 1818 morì precocemente il figlioletto William, l’anno seguente perse la vita anche la secondogenita Clara. Nel novembre del 1819 Mary diede alla luce Percy Florence, l’unico erede.

Poco prima del suo trentesimo compleanno, Percy Shelley naufragò durante una tempesta. Mary fu avvertita della sua morte a distanza di mesi. Per il resto della vita si dedicò alla cura dell’eredità letteraria del marito. Negli ultimi anni iniziò a soffrire di un tumore al cervello che l’avrebbe condotta alla morte a soli 54 anni. Un anno dopo la sua morte, Percy Florence aprì quel cofanetto che la madre teneva sullo scrittoio. Al suo interno, i resti del cuore di Percy ormai calcificato. Mary lo aveva conservato per oltre 30 anni, a testimoniare un amore devoto e immortale.

Condividi l'articolo su:
Avatar photo

Pubblicato da Mariavittoria Keller

Ha un’innata passione per la scrittura che cerca di declinare sia dal punto di vista professionale (ideazione di testi promozionali, contenuti web, corsi creativi) che artistico (performance mulltimediali, esposizioni, reading…) conciliandola con tutto ciò che è espressione dell’animo umano. Non ama parlare di sé se non attraverso quello che scrive: “Mi sono sempre descritta come una persona fragile. Timida, silenziosa, sognatrice. Un'osservatrice attenta della realtà e una appassionata visitatrice di sogni. Scrivo per provare a fermare in un attimo le emozioni, per riviverle, per regalarle a chi avrà la cura di dedicarci uno sguardo. Perchè credo fortemente che il valore delle cose sia svelato nei dettagli e nel tempo che sappiamo concedere. Così mi incaglio spesso nei giorni, troppo veloci e spesso disattenti verso chi preferisce stare in disparte. Amo la natura selvaggia, libera, perchè sento di esserlo anch'io. Gusto le cose semplici, che sorridono, che condivido con poche, pochissime preziose persone. Credo nell'Amore come sentimento Universale, anche se ho ancora qualche difficoltà con il sentimento, quando mi guarda. Amo il raccoglimento, la lettura e la musica, non ho paura della solitudine quando non è imposta, ma è una scelta. Vivo imparando, non dimenticando che la felicità è negli occhi di chi guarda”. Info: vikyx79@gmail.com