Fuochi sulla collina

Ivan Graziani è come un fiume carsico. Anche se scomparso nel lontano 1997 periodicamente ritorna, come adesso, con la scoperta e la pubblicazione di un disco di inediti. “Fuochi sulla collina” però, è contenuto in “Agnese dolce Agnese”, pubblicato nel 1979. Impreziosito da una chitarra elettrica in stato di grazia (all’epoca ancora non così comune nel panorama cantautorale italiano) è un brano struggente sull’illusione e il disinganno. “Ti prego, lasciami andare – dice il sedicenne all’uomo che ha incontrato nel sogno, e che gli sbarra la strada – perché sei così cieco? Non vedi, c’è il fuoco sulla collina”. E il fuoco evoca una battaglia, naturalmente, un rito di passaggio che il giovane non può mancare. Salire, quindi. In cima alla collina. “E forse dopo canteremo, a squarciagola canteremo…”. Il commento dell’uomo è tranciante: “Illuso, romantico, fesso. I fuochi di cui stai parlando sono fari puntati sul campo, dei trattori che stanno trebbiando”. Una chiusa che evoca fra l’altro il mondo rurale, a cui Graziani è sempre rimasto legato.

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Pubblicato da Marco Pontoni

Bolzanino di nascita, trentino d’adozione, cittadino del mondo per vocazione. Liceo classico, laurea in Scienze politiche, giornalista dai primi anni 90. Amori dichiarati: letteratura, viaggi, la vita interiore. Ha pubblicato il romanzo "Music Box" e la raccolta di racconti "Vengo via con te", ha vinto il Frontiere Grenzen ed è stato finalista al premio Calvino. Ma il meglio deve ancora venire.