Gino Castelli, una lunga vita per l’arte

“Pittore dallo sguardo incantato sui paesaggi del magico Trentino e sulle acque della laguna veneziana” così recita la targa consegnata lo scorso 20 marzo dalla Pro Cultura a Gino Castelli, artista trentino classe 1929. Presente alla consegna del prestigioso riconoscimento da parte di Arrigo Dalfovo insieme all’amata moglie e musa, ai figli e a un folto pubblico, il pittore ha dialogato con Massimo Parolini, insegnante e poeta, ricordando alcuni episodi del suo lungo e articolato percorso artistico. Vissuta l’infanzia a Trento nel quartiere periferico dei Casoni, in seguito all’improvvisa scomparsa del padre perito sotto il bombardamento alleato del maggio 1944, Gino Castelli è costretto a interrompere gli studi per provvedere alle necessità familiari. La grande passione per Carlo Goldoni e l’amicizia con “Cesco” Baseggio, indiscusso protagonista del teatro dialettale veneto conosciuto da Castelli grazie alla famiglia Maestri, avvicina il pittore alle atmosfere culturali e pittoriche veneziane. Dopo un lungo apprendistato nel campo della grafica pubblicitaria e del disegno tecnico, negli anni Sessanta apre insieme all’amico fotografo Luciano Eccher un piccolo studio di grafica e cartografia in Vicolo Galasso a Trento. Iniziata l’attività pittorica en plein air durante i lunghi soggiorni estivi con la famiglia a Palù, in Val dei Mocheni, Gino Castelli partecipa con dipinti a tema paesaggistico, nature morte e interni con figure, a numerose iniziative espositive vincendo il prestigioso Premio Segantini. Pur continuando un’intensa attività pittorica sempre molto apprezzata dal pubblico, dalla critica e da altri artisti, tra cui il pittore milanese Umberto Lilloni e il trentino Guido Polo, Castelli gestisce dal 1972 al 1989 la Galleria “La Tavolozza” in via San Vigilio a Trento, divenendo in breve tempo, anche grazie ad un particolare rapporto di stima e collaborazione con il critico Silvio Branzi, un punto di riferimento per la vita artistico culturale della città. Riavvicinatosi a Venezia e alle isole lagunari alla fine degli anni Ottanta, ne cattura luci, colori e atmosfere in dipinti di particolare fascino e poesia.        

Di carattere schivo, quasi timido, spesso ruvido e ironico, ma anche capace di intessere grandi rapporti di amicizia con i colleghi, i critici e soprattutto i numerosi estimatori, Gino Castelli è forse uno degli ultimi rappresentanti di quell’esercitare la pittura come rigorosa e onesta pratica di vita in cui la ricerca di empatia e un vivace, leale, colloquio con chi osserva l’opera, sono i criteri essenziali e imprescindibili per l’attività artistica. Accostato in talune sue opere ad olio al francese Henri Rousseau o alla pittura giapponese nelle raffinate trame e strutture compositive dei suoi complessi disegni, Castelli, pur osservando con curiosità e indulgenza il dato oggettivo, costruisce con la sua pittura, come ben dice Franco de Battaglia, altri mondi reali, affascinanti e inquieti, “… in cui il vento che anima i paesaggi, quella brezza che si ferma nelle piazzette veneziane, non si sa ancora se siano il soffio dello spirito che salverà il mondo o il vento della rabbia che piegherà le sue ingiustizie”. Dotato di una tecnica sapiente, profonda conoscenza dei grandi maestri, sensibilità e delicato sentore poetico, Gino Castelli manifesta in ogni sua opera, dipinto o disegno, indipendentemente dalla tematica scelta, un chiaro intento narrativo proponendo all’osservatore visioni fantastiche che, pur ispirate al reale, sfiorano l’inconscio e l’onirico. 

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Pubblicato da Nicoletta Tamanini

Da sempre appassionata all’arte in tutte le sue manifestazioni, dopo la maturità classica, pur avendo seguito studi a carattere scientifico, da anni si occupa di critica d’arte e cura mostre ed eventi a carattere creativo. Collaboratrice dal 2004 dell’emittente Telepace Trento, è autrice di innumerevoli servizi a carattere culturale, di una decina di documentari a carattere artistico – religioso e di una ventina di documentari a tema esclusivamente artistico in collaborazione anche con strutture museali del territorio e con esperti del settore. Presente, per varie edizioni, nelle giurie di una decina di concorsi artistici a livello trentino e extraregionale, è autrice di recensioni d’arte pubblicate anche su stampa specializzata.