Il sogno di diventare gentili

Tutti conservano una memoria grande o piccola dei propri sogni: un fotogramma, un’azione, un dialogo, una situazione paradossale. Al mattino, appena svegli, ci ritroviamo spesso un po’ stupiti a commentare questa o quella “visione”. Una cosa invece che quasi nessuno riesce a fare durante la quotidiana gita onirica è “vedere” il proprio corpo. Le mani, le dita, le gambe, il tronco: per di più, nei sogni non c’è quasi mai uno specchio che possa rifletterci. C’è una ragione precisa per cui tutto ciò accade ed è la seguente: in realtà noi lì non ci siamo! È semplicemente tutto nella nostra testa! Sì, lo so, ci sembra di correre, di piangere, di baciare, ma la provata verità è che siamo distesi, inerti, in un letto. Il sogno è una costruzione mentale, basata su impulsi nervosi, necessità fisiologica definita anche come stato di riposo contrapposto alla veglia. Una periodica sospensione dello stato di coscienza durante la quale l’organismo recupera (o dovrebbe recuperare) energia. Durante il sonno, quel che vediamo non è azionato da un nervo ottico, bensì da qualche propulsore cerebrale preposto alle immagini extraretiniche da cui, come detto, resta esclusa la possibilità di rimirarsi.

Veniamo ora alla realtà tangibile. In quei territori qualcosa del genere coinvolge cose di noi di cui – diciamo – non andiamo sempre fieri. Tutto quel campo brullo disseminato di difetti, omissioni, eccessi, egoismi, bugie, ecc.. Con una differenza ulteriore. Questa volta le appena citate anti-qualità non riusciamo a vederle non perché non esistano (anzi, sanno essere molto concrete, specie negli occhi di chi ci sta vicino); i difetti non li vediamo perché li neghiamo, o perché probabilmente in quel momento siamo in pieno orgasmo autoassolutorio. 

Omettere di essere gentili non è un reato, la Legge Italiana lo consente, ma se per una volta considerassimo i possibili vantaggi che potrebbero derivarne? Non staremmo tutti un po’ meglio? La gentilezza è considerata troppo spesso un surplus, quasi un atteggiamento anticonformista, un eccesso di zelo, componente assolutamente opzionale del nostro stare al mondo e nei gangli di un società. Ed invece potrebbe salvare il mondo.

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.