Anno 2033. Anna è una studentessa tredicenne e sta per concludere la terza media. È nata nella primavera della grande pandemia: non lo sa, ma ha assorbito le rivoluzioni intorno a lei. Non riesce proprio a capirli i suoi genitori, cresciuti sfogliando libri, elaborando pensieri, tratteggiando disegni. Per lei tutto ciò non è normale: per Anna, la normalità è affidare la sua creatività a meccanismi automatici. La professoressa ha chiesto alla classe di scrivere un tema: il tema delle vacanze di Natale. Ad Anna è bastato inserire in un generatore automatico di testo i parametri: «ho fatto visita alla nonna, sono andata sull’ottovolante, ho ricevuto in dono dei fumetti giapponesi». Poi inserisce ulteriori input: il testo dev’essere di trenta righe, deve essere scritto con aggettivi positivi, ci devono essere riferimenti ad un grande albero di Natale. Detto fatto: tempo due secondi, il generatore automatico produce il tema. Anna lo legge: non la rispecchia granché. Ma d’altronde tutti ormai fanno così. Anche i prof usano l’intelligenza artificiale per trovare errori nelle verifiche. Due click e anche il voto viene assegnato in automatico. Basta contrattazioni, basta lamentele: tutto è ordinato, efficiente, pulito. Ma quel giorno Anna è un po’ inquieta: è arrivato il momento in cui dovrà scegliere la scuola superiore. Così va sulla pagina dell’Assessorato all’istruzione. Davanti a lei si dipana tutta la sua storia di scolara. Dai lavoretti dell’asilo, alle note sul registro, alle predisposizioni per le varie materie, all’indole caratteriale. L’algoritmo ora elaborerà il suo percorso futuro. Tutta quella mole di informazioni verrà convogliata verso un risultato: quale scuola superiore le viene suggerita in modo che sia quanto più possibile adeguata al suo profilo. Anna fa click: «Elabora dati». In cuor suo avrebbe tanta voglia di fare quel liceo classico dove si studia il latino. Forse non attuale, ma ricco di umanità. Anna incrocia le dita. Pochi secondi di attesa ed ecco il responso: «Liceo delle scienze applicate». Spendibile e concreto, ma anche “alto”: si tratta pur sempre di un liceo. Anna pensa che non era proprio quello che voleva. Ma l’algoritmo la conosce meglio di quanto lei conosca se stessa. Certo, non è obbligatorio accettare la proposta dell’algoritmo. Se uno vuole, può anche fare di testa sua. Ma quale testolina umana può competere con il generatore di risposte, capace di macinare in un solo istante eoni di informazioni? La risposta è: nessuno, nessuno può competere. Allora Anna chiude gli occhi e clicca. «Accetta».
Intelligenza artificiale e la libertà di scelta
Fabio Peterlongo Scritto il
Pubblicato da Fabio Peterlongo
Nato nel 1987, dal 2012 è giornalista pubblicista. Nel 2013 si laurea in Filosofia all'Università di Trento con una tesi sull'ecologismo sociale americano. Oltre alla scrittura giornalistica, la sua grande passione è la scrittura narrativa. È conduttore radiofonico e dal 2014 fa parte della squadra di Radio Dolomiti. Cronista per il quotidiano Trentino dal 2016, collabora con Trentinomese dal 2017 Nutre particolare interesse verso il giornalismo politico e i temi della sostenibilità ambientale. Appassionato lettore di saggi storici sul Risorgimento e delle opere di Italo Calvino. Mostra altri articoli