Le renne di Babbo Natale

Un Natale di tanto tempo fa, mentre stava per cominciare il suo giro con i regali stipati nel sacco, Babbo Natale avvertì un forte malore. Il dottore che venne a visitarlo gli disse che non era nulla di grave, doveva solo riposare per qualche giorno. “Giammai, io debbo portare i regali ai bambini!”, protestò Babbo Natale. Ma il dottore fu categorico: “Le impedirò di partire. Da medico, ho l’obbligo di tutelare la sua salute!” La situazione sembrava senza via d’uscita, quando sì senti una voce venire dalla slitta. Era Cometa, la più esperta delle otto renne volanti: “Babbo, fai come dice il dottore. Questa notte resta nella baita e riposa. Per i bambini non ti preoccupare, ci pensiamo noi. Ormai sappiamo come si fa. Ci caleremo nelle case dai comignoli e lasceremo a ognuno il proprio regalo sotto l’albero.” 

Rassicurato da queste parole, Babbo Natale si decise a consegnare a Cometa la sua mitica campanella in modo che i bambini, al solo sentirne il suono, avrebbero pensato che alla guida delle renne ci fosse come sempre lui. Partita la slitta, Babbo Natale rientrò nella baita e sprofondò nella poltrona. Riposò, come gli aveva prescritto il dottore, ma quanto a dormire non ne volle sapere. Preferì restare sveglio tutta la notte ad attendere il ritorno delle renne. Annunciate dal tintinnio della sua campanella, esse arrivarono all’alba. Per tutte parlò Cometa: “Missione compiuta, Babbo! Quando apriranno i regali, i bambini saranno felici come sempre!”. Cometa, purtroppo, si sbagliava. Nell’ultimo villaggio, forse per la troppa stanchezza, le renne avevano fatto dei pasticci. A un bimbo che aveva chiesto la divisa da pompiere avevano lasciato una bambola, a una bimba che desiderava un cane di peluche avevano fatto trovare una ruspa, e così via. Babbo Natale era mortificato. Anche a rischio di morire, doveva andare in quel villaggio e rimettere le cose a posto. Ma non ce ne fu bisogno: ci avevano già pensato gli stessi bambini. Avevano messo i regali “sbagliati” in una grande cesta e poi ognuno aveva preso quello “giusto”. Al villaggio, ancora oggi, lo ricordano come il Natale più bello, perché assieme alla magia dei doni avevano sperimentato il valore della cooperazione.

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Pubblicato da Flora Graiff

Nata in un mondo di colori, il suo stile è caratterizzato da sfumature vivaci e personaggi espressivi, perlopiù ispirati al mondo animale. Ha perfino affermato scherzosamente che le sue idee migliori le vengono da conversazioni casuali con gatti del quartiere e cani randagi.