Prendiamola con ironia! 

I suoi spettacoli – dal titolo “Le Filippiche”– sono da tutto esaurito. E un po’ esaurito lo è anche lui, professionalmente parlando. Del resto, appartiene alla categoria e riporta nei video e sul palco quello che realmente succede nel mondo della scuola. Il personaggio in questione è Filippo Caccamo, trentenne insegnante di lettere attualmente dedito alle tournee teatrali in tutta Italia. Indiscutibile fenomeno social del momento, è seguitissimo su Instagram e TikTok. Lui stesso definisce le sue performance come delle sit-com, ed è la giusta definizione: nei suoi siparietti di pochi minuti compaiono, volta per volta, tutti gli attori che vanno a costituire la grande macchina dell’istruzione. La sua grande qualità è quella di andare a cogliere gli aspetti che appartengono alla quotidianità dell’essere insegnante. Una questione anche di sfumature, di linguaggio, di gestualità tipici della categoria. I protagonisti sono naturalmente i docenti, che fanno i salti mortali tra incombenze burocratiche e richieste sempre più pressanti di colleghi e studenti. Ma anche la dirigente che si prepara al primo collegio docenti dell’anno, il personale di segreteria con la marea di carte e di mail, le MAD che ogni tanto fanno capolino per sapere se ci sono richieste. L’aspetto più divertente – oltre al look con turbante sistemato in modo diverso a seconda del personaggio e le vocine stridule – è la palesata ed esplicita insofferenza provata in ogni minimo contesto: un non velato nervosismo, che sfocia in espressioni colorite e condite da qualche istintiva parolaccia. Spesso infatti i suoi video si concludono, dopo la battaglia di giornata, in un ben condivisibile “Che giornata di m…!” Un altro aspetto che piace di Caccamo è, come dicevo, quello di seguire la quotidianità: il periodo delle udienze, le pagelle, le riunioni. Quello che hai vissuto nella mattinata, spesso lo ritrovi nel nuovo video del pomeriggio. Poi ci sono gli studenti. Il famoso Gianmaria, che ne combina di tutti i colori, né più né meno dei nostri. Quello che continua a fare assenze, quello che sta sempre in bagno (“mi piacerebbe vederlo suo figlio, vive in bagno… ma signora, avete problemi di vescica in famiglia?!” ironizza la prof ai colloqui generali), quello che si chiama Jonathan e ha il fratello di nome Kevin (“lo sapevoooo”).

Anche i genitori sono ritratti in maniera perfettamente aderente alla realtà. La mamma che giustifica il figlio dicendo che “a casa sa tutto, ma a scuola si blocca per l’emozione” è un grande classico della scuola di tutti i tempi. 

E poi c’è anche quello che si vorrebbe dire, ma non si dice. “Mio figlio è intelligente ma non si applica, vero?” “No, suo figlio è proprio uno st…..!”

E in tempo di iscrizioni, Caccamo ha pubblicato l’ultima chicca sull’Open Day, cioè la giornata dedicata alle informazioni sulla scuola. “Ma Gianmaria lo avete messo all’accoglienza? Ma così scappano tutti, via da lì!” Merita spazio anche il mondo che ruota intorno all’insegnante, ovvero la famiglia. La scenetta del marito che vorrebbe cenare ma la moglie/professoressa è ancora davanti al pc, in riunione online da sette ore; i temi da correggere, le telefonate e le videochiamate dei genitori anche di notte. Tutto quello che ogni docente “si porta dietro” una volta uscito da scuola. E lo stesso Caccamo, in un’intervista, ha dichiarato che “L’insegnamento è un lavoro, non un hobby o un part time. Le famose diciotto ore a settimana non sono vere. Sono il doppio. Quando dico ai miei coetanei che faccio l’insegnante sembra quasi che dica ‘Raccolgo le mele…’. Bisogna ridare dignità a questa professione. Ricominciare dagli insegnanti. Questo passa anche attraverso un adeguamento salariale che incentivi un maggiore impegno nel lavoro”. Complessivamente, ne esce un ritratto della scuola senza veli né retorica. Con lucida ironia, Caccamo parla di questa professione che pochi oggi vogliono fare. Non suscita nemmeno più stupore che un nostro istituto superiore – considerata la mancanza di docenti – abbia pubblicato sulla pagina social della scuola “cercasi insegnante di materie scientifiche”. Una tendenza che andrebbe attenzionata. Intanto, ridiamoci su.

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Pubblicato da Tiziana Tomasini

Nata a Trento ma con radici che sanno di Carso e di mare. Una laurea in materie letterarie e la professione di insegnante alla scuola secondaria di primo grado. Oltre ai grandi della letteratura, cerca di trasmettere agli studenti il piacere della lettura. Giornalista pubblicista con la passione della scrittura, adora fare interviste, parlare delle sue esperienze e raccontare tutto quello che c’è intorno. Tre figli più che adolescenti le rendono la vita a volte impossibile, a volte estremamente divertente, senza mezze misure. Dipendente dalla sensazione euforica rilasciata dalle endorfine, ha la mania dello sport, con marcata predilezione per nuoto, corsa e palestra. Vorrebbe fare di più, ma le manca il tempo.