La storia della canzone italiana per la serata n. 4

Grandi emozioni nella terza serata del Festival dedicata alle cover con la proposizione di canzoni che sono entrate nella storia della canzone italiana e la presenza di molti degli interpreti originali degli stessi brani e con qualche sprazzo di musica internazionale, all’insegna della grande qualità.

Diverse le standing ovation, tutte strameritate come quella per Roberto Vecchioni in duetto con il giovane Alfa nella canzone “Sogna ragazzo sogna” uno dei brani più intensi del professore e che è stato impreziosito da alcune strofe rap aggiunte dal giovane artista.

Angelina Mango ha commosso tutti nell’interpretazione di una della canzoni più delicate del papà Pino, ovvero “La rondine” e che ha eseguito insieme al Quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma con grande intensità ed emozione.

“Quando finisce un amore” una delle più belle canzoni di Riccardo Cocciante scritta a suo tempo con Marco Luberti portata all’Ariston dallo stesso Riccardo con Irama è stata un altra perla interpretativa, da brividi.

Pubblico in piedi per Annalisa per “Sweet Dreams” con La rappresentante di lista e il coro Artemia, ma anche per Gianna Nannini nel suo duetto tutto ritmo con Rose Villain , così come per il binomio The Kolors/Umberto Tozzi con “Ti amo”, “Tu” e “Gloria” e per I Ricchi e Poveri con Paola e Chiara sulle note di “Sarà perchè ti amo” e “Mamma Maria”.

“Amore che vieni, amore che vai! Di Fabrizio de Andrè, proposta da Diodato e Jack Savoretti che ha recitato seduto sui gradini del palco, altra versione fatta alla grande. Il brano di Leonard Cohen “Hallelujah” è stato ottimamente proposto dai Santi Francesi con Skin.

Sempre più convincente è Ghali con il medley Italiano vero. Lui dice che non fa politica, ma il messaggio è politico e anche molto forte, la storia sua e quella dei migranti. Molto bello alla fine del brano alcuni passi di “L’italiano” come omaggio a Toto Cutugno.E poi ancora i ricordi di Lucio Battisti, Luigi Tenco e Lucio Battisti nelle proposte dei Negramaro con “La canzone del sole”, di Loredana Bertè con “Ragazzo mio”, brano che la cantante calabra aveva già interpretato in un album degli anni ottanta, di Mahmood con “Come è profondo il mare”.

Il Volo insieme a Stef Burns ha interpretato alla grande “Who wants to live forever”, mentre Fabrizio Moro con Il Tre ha dimostrato lo spessore del suo percorso così come Ermal Meta insieme a Mannini in “Non mi avete fatto niente”. Il voto della giurie ha però premiato Geolier con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio con il medley “Strade”, davanti ad Angelina Mango, Annalisa, Ghali, Alfa.

Molto appaludita la performance di Lorella Cuccarini con I suoi successi legati particolarmente alle sigle televisive. La serata si è protratta fino alle 2.00 e ha visto anche la partecipazione dei Jalisse, bistrattati per tanti anni con l’esclusione dalla manifestazione che li ha visti vincitori nel 1997.

E siamo ormai alla giornata della serata finale. Piove ma Sanremo è invasa da un oceano di persone in vista della conclusione della rassegna.

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.