Ufficio complicazioni affari semplici

Odio e amo l’inizio di un nuovo anno. Lo odio perché mi rammenta lo scorrere del tempo e cavolo come passano gli anni, bla bla, stiamo invecchiando, il tempo scorre più veloce, eccetera eccetera. Lo amo per i bilanci che mi permette di fare. Volgere indietro lo sguardo sugli ultimi 12 mesi e soppesare quanto accaduto, assegnando una valutazione a ciò che il destino ha serbato al sottoscritto mi piace almeno quanto guardare un film con birra e una pizza salamino e gorgonzola sotto il naso. 

Si svolge così: mi chiudo nella mia bolla e rifletto, come un vecchio saggio capo Sioux, metto l’orecchio sul binario per capire se il treno sta arrivando e da quale direzione. Ovviamente in questo lavoro non mi trattengo dall’adoperare alcuni vecchi trucchetti. Tipo, rifacendomi ai cinesi, trasformare le situazioni negative in opportunità di apprendimento e sfrutto gli errori come trampolini verso il miglioramento. Evolvere, migliorare o quanto evitare di rifare gli stessi errori devono innalzare a un livello di consapevolezza più profondo.

Siì, vabbè, mi prendo un po’ per i fondelli, ma dai, alla fine si finisce sempre per crederci.

L’inizio di nuovo anno segna un anno in più di esperienza umana, ma anche un anno in meno della vita che ci è consentito trascorrere in questa dimensione. Una cosa positiva e una – diciamo – negativa, amore e odio, felicità e angoscia. Il proposito finale però è sempre lo stesso: evitare di rendere le cose più complicate di quanto non lo siano in realtà. Nessuno sa perché, ma quotidianamente facciamo di tutto per rendere più complesso ogni aspetto del nostro vivere. La promozione sul lavoro, l’auto più potente, le ferie in capo al mondo, il telefono più alla moda, più spettatori, più visitatori, più eventi. Se viviamo al livello n, aspiriamo di continuo all’n+1, con l’n+2 già dietro l’angolo. Colpa del capitalismo? Della tecnologia? Poco importa. La semplicità avrebbe regole ben precise ma si fa di tutto per non seguirle.

Condividi l'articolo su:
Avatar photo

Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.