Un “pescatore” da 15 milioni di dischi

Giampiero Anelli, in arte Drupi, nasce a Pavia il 10 agosto 1947. Nella carriera ha venduto 15 milioni di dischi nel mondo, partecipando a 8 edizioni del Festival di Sanremo, una infinità di tour in Italia e nel mondo, 14 dischi d’oro. Personaggio atipico dotato di una voce molto particolare, non ha mai amato i troppi presenzialismi, concentrandosi sempre sulla musica. 

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Come tanti ragazzini di allora cercavo di imitare i Beatles. Mi esibivo con il gruppo “Le calamite” e poi tornavo a fare l’idraulico. Ma gli anni passavano senza nulla di importante e avevo deciso di smettere con la musica. Un mio amico violinista che all’epoca suonava con Lucio Dalla mi disse “dai prima di tornare a fare l’idraulico, vieni con noi tre mesi, ci accompagni, ci dai una mano a scaricare e fare qualcosa”. Mi sono detto “ma si perché no” e andai.

E come arrivasti a Sanremo nel 1973 con “Vado via”?

Enrico Riccardi scrisse con Luigi Albertelli questa canzone e mi chiese di fare un provino “se me la canti tu, disse, la presento a Mia Martini”. La cantai e un mese prima del festival Mia decise di non partecipare al Festival. Il direttore della Ricordi disse “mandiamo quel ragazzo del provino” e così per quel rifiuto mi ritrovai sul palco di Sanremo, ultimo posto, un disastro. Ma poi la canzone esplose in Francia e in tutto il mondo, nove milioni di dischi venduti, l’eco del successo internazionale è stato così forte che furono costretti a farmi incidere un altro disco “Rimani” e poi via via tutto il resto.

Il tuo rapporto con il Trentino?

È collegato alla mia grande passione per la pesca, ancora oggi faccio gare di quel genere. Conosco il lago di Caldonazzo e ho tanti amici sul lago di Garda, a Riva; in particolare ricordo Noè Parolari che era un personaggio mitico del lago che divenne il mio istruttore di pesca subacquea.

Da cosa deriva il grande successo nei paesi dell’Est?

Avevo uno zio che mi parlava di quei posti, ho partecipato al Festival della lira a Bratislava. Ero ospite insieme ad Amanda Lear e ai Boney M, scoppiò il finimondo e mi adottarono subito. In Polonia dicevano addirittura che Lech Walesa, Papa Karol Wojtyla e Drupi stavano cambiando il Paese. Ho ricevuto tanto amore e una popolarità eccezionali, che continua anche oggi quando mi vedono e ascoltano le mie canzoni ma anche in Francia e in Germania. 

Un altro Drupi potrebbe emergere in questi tempi?

Non si vendono più dischi se non in modi alternativi. Più che un Drupi vedrei difficile possa nascere anche un Dalla o un De Gregori. Io credo di essere rimasto coerente. Invito sempre tutti a sforzarsi di ascoltare buona musica, anche se non è la mia. La musica buona gira ancora, per fortuna!

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.