Armando Punzo: indagine sulla parola

Armando Punzo nel “suo” carcere, a Volterra

L’incontro con Armando Punzo è uno di quelli che lasciano il segno. Il mio primo contatto è avvenuto nel 2017 e negli anni successivi ho avuto modo di ritrovarlo in diverse occasioni.

Parlare con lui è ispirante, non si accontenta mai della superficie, il suo lavoro è un’ininterrotta ricerca, la trasposizione artistica del bisogno di risposte che ha l’essere umano. Apre la visione, allarga il pensiero. È con questa consapevolezza d’animo, un po’ intimorita e decisamente emozionata, che inizio la nostra chiacchierata.

Gli chiedo ovviamente cosa voglia dire per lui ricevere il Leone d’oro alla carriera…

Un riconoscimento importante a 35 anni di duro lavoro nel carcere di Volterra con la Compagnia della Fortezza, prima e più longeva esperienza di teatro in un istituto penitenziario per un’idea più grande di me (anche titolo del libro intervista con Rossella Menna, Luca Sossella Editore). In tempi come questi in cui sembra che gli orizzonti si stiano un po’ chiudendo, un premio al mio modo di fare e intendere il teatro è voler sottolineare che esiste la possibilità di trovare nuove vie, nuovi spazi per un approccio completamente diverso. Stiamo vivendo un momento storico dove sembra che non ci sia più nulla da cercare, che il nostro mondo sia il migliore possibile, senza nessuna rivoluzione in vista. C’è invece una forte esigenza di acquisire una nuova visione che riguardi tutta la comunità umana.

Questo premio è una svolta importante che segna il momento di sviluppo e concretizzazione del lavoro svolto finora.

E adesso?

Si è concluso il ciclo di Naturae, un lungo lavoro di ricerca artistica durato otto anni, iniziato nel 2015 con il primo spettacolo “Shakespeare know well” e poi continuato con “Dopo la Tempesta” (2016), “Le Parole Lievi” (2017), “Beatitudo” e “Le Rovine Circolari” (2018), “NATURAE ouverture” (2019),  “NATURAE la vita mancata” e “NATURAE la valle dell’innocenza” (2020), “NATURAE la valle dell’annientamento” (2021), arriva finalmente al suo ultimo atto, raggiungendo la più difficile delle valli, quella della Permanenza.

La conoscenza, intesa come nutrimento nell’esperienza dell’essere umano, mantiene l’interesse. Il progredire del lavoro si focalizza su chi siano e quanti siano i personaggi che permettono all’Uomo di avanzare e mettere in crisi i pregiudizi, i luoghi comuni dell’esistere. E poi studiare le credenze che noi diamo per ovvie e acquisite e che invece possono essere demolite. Questi sono i temi indissolubilmente legati all’esperienza del teatro in carcere che abbracciano l’ambito sia scientifico che umanistico. L’obiettivo, il fine del prossimo studio è quello di riuscire ad immaginare un Uomo che ha bisogno di sporgersi dalla finestra dell’esistenza, per guardare oltre.

Incontrarsi altrove, praticare l’impossibile

Giunto alla sua terza edizione, il laboratorio del Maggese si riunisce “altrove”, lontano da urgenze produttive o trattamentali, verso il senso profondo dell’agire teatrale e psicoterapeutico: quattro giorni intensivi, da giovedì 7 a domenica 10 settembre, negli spazi del Masetto, a Terragnolo, tra i boschi del Trentino. Il teatro e la psicoterapia costruttivista di Chiara Lui incrociano i loro sguardi per un’immersione nella pratica scenica di Armando Punzo, nel suo metodo d’indagine della parola e nella sua ostinata ricerca di immagini evocative alla ricerca di un uomo nuovo. L’intento è quello di portare il teatro fuori dal contesto che generalmente lo caratterizza. È l’incontro di linguaggi diversi, quello artistico e quello psicoterapico che lavorano sull’idea del ruolo. Il laboratorio offre lo spazio e il tempo ideali per concentrarsi, dove le distrazioni e gli aspetti marginali del quotidiano non intervengono. Lo spazio per riflettere sull’Uomo attraverso un fare sentito e reale, un processo vivo, con interventi pratici ed esercizi che aiutino a mettere a terra il lavoro teorico. 

Per chi?

Il laboratorio è aperto a registi, drammaturghi, attori e attrici, danzatori e danzatrici, performer, psicoterapeuti e psicologi e psicologhe selezionati attraverso curriculum vitae e lettera motivazionale, per un massimo di 16 partecipanti.

Quando?

Candidature aperte fino al 30 giugno 2023 scrivendo a info@spaziooff.com i propri dati, una breve lettera motivazionale e un curriculum vitae. Esito selezioni entro 15 luglio 2023.

Per ulteriori informazioni e iscrizioni

333.2753033 | 340.4667453. info@spaziooff.com. Il Maggese è un progetto ideato da Federica Mattarei e Daniele Filosi in collaborazione con Il Masetto e con il sostegno di Fondazione Caritro.

30 anni di teatro 

Regista e drammaturgo, lega il suo nome alla Compagnia della Fortezza, compagnia teatrale professionale composta da detenuti, da lui fondata nel 1989 e ancora oggi diretta nella Casa di Reclusione di Volterra. La Compagnia della Fortezza è caratterizzata dalla metodologia innovativa, il rigore della sperimentazione registica e drammaturgica e la capacità di creare spettacoli in grado di trasfigurare i luoghi che abitano. In oltre trent’anni di attività ha messo in scena più di trenta spettacoli, ricevendo prestigiosi riconoscimenti, tra i quali il Sigillo d’Ateneo dell’Università di Urbino, sette Premi UBU, il Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro, il Premio Carmelo Bene della rivista Lo Straniero, il Premio Europa Taormina Arte, il Premio speciale Biglietto d’oro Agis. Nel 2023 è Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

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Pubblicato da Mariavittoria Keller

Ha un’innata passione per la scrittura che cerca di declinare sia dal punto di vista professionale (ideazione di testi promozionali, contenuti web, corsi creativi) che artistico (performance mulltimediali, esposizioni, reading…) conciliandola con tutto ciò che è espressione dell’animo umano. Non ama parlare di sé se non attraverso quello che scrive: “Mi sono sempre descritta come una persona fragile. Timida, silenziosa, sognatrice. Un'osservatrice attenta della realtà e una appassionata visitatrice di sogni. Scrivo per provare a fermare in un attimo le emozioni, per riviverle, per regalarle a chi avrà la cura di dedicarci uno sguardo. Perchè credo fortemente che il valore delle cose sia svelato nei dettagli e nel tempo che sappiamo concedere. Così mi incaglio spesso nei giorni, troppo veloci e spesso disattenti verso chi preferisce stare in disparte. Amo la natura selvaggia, libera, perchè sento di esserlo anch'io. Gusto le cose semplici, che sorridono, che condivido con poche, pochissime preziose persone. Credo nell'Amore come sentimento Universale, anche se ho ancora qualche difficoltà con il sentimento, quando mi guarda. Amo il raccoglimento, la lettura e la musica, non ho paura della solitudine quando non è imposta, ma è una scelta. Vivo imparando, non dimenticando che la felicità è negli occhi di chi guarda”. Info: vikyx79@gmail.com