Biko, perché, Biko?

Stephen Biko è stato un attivista sudafricano anti-apartheid, nato nel 1946 e morto nel settembre del 1977 per le botte ricevute dalla polizia in un comando di Port Elisabeth. A lui Peter Gabriel ha dedicato nel 1980 una delle più emozionanti canzoni politiche che io conosca, contenuta nel terzo album dell’ex-cantante dei Genesis. “Biko” è una marcia lenta, solenne. Il testo, straziante, ma al tempo stesso lucido, parte dalla cronaca. “Settembre 1977, Port Elizabeth, tempo buono. È tutto come al solito nella stanza di polizia 619”. Poi un lamento. “Oh Biko, perché, Biko?” (in inglese rende di più per l’assonanza: Biko, because, Biko?). Segue l’invocazione, in Xhosa, la lingua di Biko: “Yihla Moja”, cioè “vieni, spirito”. E quindi l’annuncio: “The man is dead”, l’uomo è morto. “Potete spegnere una candela, ma non potete spegnere un fuoco”, cantava ancora, profeticamente Gabriel. E aveva ragione. Ci sarebbero voluti quasi altri 15 anni ma l’apartheid in Sud Africa alla fine sarebbe caduto.

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Pubblicato da Marco Pontoni

Bolzanino di nascita, trentino d’adozione, cittadino del mondo per vocazione. Liceo classico, laurea in Scienze politiche, giornalista dai primi anni 90. Amori dichiarati: letteratura, viaggi, la vita interiore. Ha pubblicato il romanzo "Music Box" e la raccolta di racconti "Vengo via con te", ha vinto il Frontiere Grenzen ed è stato finalista al premio Calvino. Ma il meglio deve ancora venire.