Charlie Chaplin “cattivo e tirchio”

C’è una lettera datata 1957, in cui Stan Laurel (meglio noto a tutti come Stanlio, della coppia Stanlio e Ollio) definisce Charlie Chaplin “cattivo e tirchio. Non ha mai, a mio avviso, avuto alcuna considerazione per nessuno – finanziaria o di altro tipo; non ha mai avuto tempo per quei suoi cari amici che hanno lavorato con lui agli inizi”. Quei cari amici che hanno lavorato con lui agli inizi, proprio come Laurel stesso. Nel 1910, infatti, sia Stan Laurel che Charlie Chaplin sbarcarono – dopo un viaggio condiviso sulla stessa nave – dall’Inghilterra negli Stati Uniti, dove entrambi si unirono alla compagnia di varietà di Fred Karno. Ben presto le dinamiche di scena resero Chaplin protagonista, con Laurel che, di fatto, faceva da sostituto all’amico. E quando il primo spiccò il volo nel cinema muto, non si voltò mai indietro a ricordare i tempi degli esordi e quel compagno con cui aveva scambiato così tanti sketch. Karno non aveva insegnato loro nulla di come fare slapstick comedy e tutto il successo che ottennero veniva dalla loro personalissima creatività. Eppure, tra i due, le contaminazioni c’erano: lo stesso celeberrimo dittatore di Chaplin non è altro che una rivisitazione (migliorata) di un’idea che aveva avuto e messo in scena Laurel ben due anni prima. Laurel, pur non prendendo mai misure in merito, fu sempre consapevole di essere stato a più riprese plagiato e defraudato dal mostro sacro della comicità, mentre Chaplin, di lui, non fece menzione nemmeno nelle sue più intime biografie.  

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Pubblicato da Katia Dell'Eva

Laureata in Arti dello spettacolo prima, e in Giornalismo poi, nel quotidiano si destreggia tra cronaca e comunicazione, sognando d’indossare un Fedora col cartellino “Press” come nelle vecchie pellicole. Ogni volta in cui è possibile, fugge a fantasticare, piangere e ridere nel buio di una sala cinematografica. Spassionati amori: Marcello Mastroianni, la new wave romena e i blockbuster anni ‘80.