“Guardami, toccami, guariscimi…”

Certo che la vita è davvero strana. Si nasce, senza averlo chiesto, in un luogo, in un nucleo umano detto “famiglia”, si ricevono istruzioni per l’uso chiamate “educazione”, “bot ton”, “consuetudine”. Ma non si fa in tempo ad adattarsi che già è tempo di levare le tende, non solo fisicamente. È quello che accade a Tommi e Dario, le figure decadenti che possiamo definire i due protagonisti del nuovo romanzo di Domenico Ippolito, intitolato “Un giorno tutto questo finirà” (Exòrma Edizioni, pag. 200, € 17).

Il titolo ricorda l’incipit della frase che Ciro Ascione (un giovanissimo Silvio Orlando) pronuncia nel film “Sud” di Gabriele Salvatores (“Un giorno tutto questo finirà, ci saranno dei vincitori e dei vinti e noi due non staremo dalla stessa parte”). Un Sud che in questo romanzo pare solo evocato dalla soffocante e melmosa provincia da cui Tommi ben presto decide di evadere, per provare a trovare una qualche forma di libertà, di felicità, un posto nel mondo.

Ma il mondo è sordo e cieco. Non sente i pensieri di quest’anima inquieta e sbandata. Il mondo non vede il suo desiderio del nulla, lo smarrimento.

Tommi arriva in una Roma asfittica e tentacolare con un lutto ancora da elaborare (la morte del padre), un amico perduto, un lavoro da cercare, un senso da assegnare a tutto.

“Un cambio di velocità, un cambio di stile, un cambio di scena, senza pentimenti”: ecco l’agenda curtisiana di Tommi nei primi straniti giorni romani. Giorni in bianco e nero simili a vecchie fotografie, in cui grande è la voglia di stare con se stessi. Solo sé e nessun altro attorno. Un po’ come il suo omonimo del celebre film di Ken Russel (basato sull’album degli Who), il ragazzo reso cieco, muto e sordo dal trauma della morte del padre, ma più probabilmente metafora di un distacco assoluto e insanabile da tutto ciò che esiste.

Dopo la sua opera prima, “L’ultima primavera del secolo”, con questo nuovo romanzo, arriva la conferma di una delle più interessanti voci della giovane narrativa italiana.

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.