La cappella Manci in una veduta del 1915

Thomas Leitner, Cappella in inverno, olio su tavola, 1915. Trento, collezione privata

Nel punto più ripido della via che dal ponte Cornicchio conduce a Mesiano sorge una cappella, cui si accede attraverso una gradinata in pietra. L’edificio è da molti anni in stato di abbandono: la vegetazione e le transenne non lasciano trasparire la sua antica eleganza, che si coglie invece in alcune immagini d’epoca. Tra queste si segnala un inedito dipinto del pittore austriaco Thomas Leitner (Altmünster 1876 – Vienna 1948), che mostra la cappella e la scalinata di accesso ricoperte da un manto di neve. L’opera è firmata e datata 1915: fu dunque eseguita durante la Grande Guerra, quando l’artista prestava servizio nell’esercito austro-ungarico e fu per qualche tempo dislocato a Trento.

Thomas Leitner frequentò l’Accademia di Arti Figurative di Vienna e nel 1905 vinse il Rompreis, grazie al quale poté compiere un lungo viaggio di studio in Italia. 

Dal 1908 fu membro della Künstlerhaus, dove espose regolarmente i suoi paesaggi, connotati da uno stile vicino all’impressionismo e da un’atmosfera di poetica sospensione. Durante la prima guerra mondiale combatté sull’Ortles e fu attivo anche come Kriegsmaler. Dopo la fine del conflitto visse prevalentemente a Waidhofen an der Thaya e continuò a dipingere il paesaggio dell’Alta Austria, restituendo con particolare raffinatezza gli effetti atmosferici, come documentano le sue tele oggi conservate alla Galleria del Belvedere di Vienna e in altri musei austriaci. La veduta invernale della cappella Manci non è l’unica testimonianza pervenutaci dei suoi passaggi nel Trentino: sono infatti noti alcuni dipinti raffiguranti il lago di Garda e le Dolomiti.

Eretta dalla comunità di Povo nel 1711, la cappella fu ricostruita e ampliata nel 1741 per iniziativa del conte Filippo Francesco Saverio Manci, assumendo l’attuale assetto di piccolo oratorio. Lo raccontano le epigrafi in latino murate sulle pareti interne ed esterne, che citano il diritto di patronato della nobile famiglia, all’epoca proprietaria dei terreni circostanti. L’edificio è costituito da un’aula rettangolare preceduta da un arioso portico voltato a crociera e affiancata da una sacrestia. Sopra il portalino d’ingresso si nota lo stemma dei Manci, mentre all’interno si trova un semplice altare ligneo decorato a finto marmo, che in origine ospitava un antico crocifisso.
La cappella, che appartiene a un ente previdenziale, è stata restaurata per l’ultima volta nel 1962: un nuovo intervento di manutenzione appare necessario e indifferibile.

Condividi l'articolo su:
Avatar photo

Pubblicato da Roberto Pancheri

È nato a Cles nel 1972 e vive felicemente a Trento. Si è laureato in Lettere a Padova, dove si è specializzato in storia dell’arte. Dopo il dottorato di ricerca, che ha dedicato al pittore Giovanni Battista Lampi, ha lavorato per alcuni anni da “libero battitore” e curatore indipendente, collaborando con numerose istituzioni museali e riviste scientifiche. Si è cimentato anche con il romanzo storico e con il racconto breve. È infine approdato, per concorso, alla Soprintendenza per i beni culturali di Trento, dove si occupa di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico. La carta stampata e la divulgazione sono forme di comunicazione alle quali non intende rinunciare, mentre è cocciutamente refrattario all’uso dei social media.