Lui la rese eterna ed infelice

Jeanne Hebuterne (1898-1920)

Un amore sofferto, una passione che si infranse contro lo scoglio di una disperazione senza lieto fine. Jeanne Hebuterne, proveniente da una famiglia di rigido stampo cattolico e patriarcale, decise di iscriversi all’età di 19 anni all’Accademia di Belle Arti; scelta che fu accettata dai suoi genitori con grande riluttanza. Amedeo Modigliani già a quel tempo era entrato inesorabilmente in un vortice di alcol e droghe, con una condotta morale senz’altro dubbia: per nascondere le umili origini, millantava provenienze nobili e sperperava i sudati risparmi della madre. Distintosi fin da subito per il suo talento, aveva esposto per la prima volta nello studio di un mercante d’arte polacco: la mostra era stata chiusa dall’irruzione della polizia a causa di quei nudi “così disdicevoli”. Quando la famiglia di Jeanne venne a sapere a chi si era legata la figlia arrivò a ripudiarla. Jeanne disse addio alla carriera di pittrice. Divenne la musa di Modì a tempo pieno, posando per ritratti di una bellezza sconvolgente. Scoprì di lì a poco di essere incinta, ma quando diede alla luce la figlia lui negò la paternità.

Attraverso le sue tele, Modigliani donava tutta la bellezza che non riusciva a concedere nella vita reale. I suoi quadri erano immersi in un silenzio metafisico, quegli occhi cerulei, ciechi e vuoti che si ripetono in tutti i suoi ritratti, rappresentavano un mistero insondabile per lo stesso artista. Questa forse era la visione della realtà di Modigliani che, timido e galante in stato di lucidità, diventava imprevedibile sotto l’effetto delle droghe. Le sue condizioni di salute, già compromesse dall’infanzia degenerarono poi in un’irreversibile tubercolosi. Si ritirò quindi dalla mondanità parigina per vivere i giorni di passione più intensa della sua vita; promise di sposare la donna, di riconoscere sua figlia. Ma Jeanne rimase nuovamente incinta, e il pittore non visse abbastanza a lungo per vedere compiuto il proprio disegno d’amore: spirò nel 1920 a soli 35 anni, dopo una lunga agonia. Jeanne fu colta da una disperazione insostenibile. Si gettò di lì a poco dal balcone, trascinando nella morte anche il figlio che portava in grembo.

Amedeo Modigliani (1884-1920)
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Pubblicato da Mariavittoria Keller

Ha un’innata passione per la scrittura che cerca di declinare sia dal punto di vista professionale (ideazione di testi promozionali, contenuti web, corsi creativi) che artistico (performance mulltimediali, esposizioni, reading…) conciliandola con tutto ciò che è espressione dell’animo umano. Non ama parlare di sé se non attraverso quello che scrive: “Mi sono sempre descritta come una persona fragile. Timida, silenziosa, sognatrice. Un'osservatrice attenta della realtà e una appassionata visitatrice di sogni. Scrivo per provare a fermare in un attimo le emozioni, per riviverle, per regalarle a chi avrà la cura di dedicarci uno sguardo. Perchè credo fortemente che il valore delle cose sia svelato nei dettagli e nel tempo che sappiamo concedere. Così mi incaglio spesso nei giorni, troppo veloci e spesso disattenti verso chi preferisce stare in disparte. Amo la natura selvaggia, libera, perchè sento di esserlo anch'io. Gusto le cose semplici, che sorridono, che condivido con poche, pochissime preziose persone. Credo nell'Amore come sentimento Universale, anche se ho ancora qualche difficoltà con il sentimento, quando mi guarda. Amo il raccoglimento, la lettura e la musica, non ho paura della solitudine quando non è imposta, ma è una scelta. Vivo imparando, non dimenticando che la felicità è negli occhi di chi guarda”. Info: vikyx79@gmail.com