Niente di vero tranne il cuore

Ma questa cosa di cui parlano tutti, questa “intelligenza artificiale”, cosa è in realtà, quali pericoli comporta per la razza umana, per la creatività, davvero mette a rischio – come paventa qualcuno – la sopravvivenza del cuore dell’uomo?

Deciso a vederci più chiaro, mi rivolsi a uno scienziato, un astrofisico, per la precisione. “Vede quella fiammella lassù, mi chiese lui, quella è Sirio una stella grande due volte il nostro sole, i greci la identificavano con la dea Iside”.  Annuii, un po’ triste e partii da lui. Mi rivolsi così ad un pittore, che mi portò a Dublino, alla National Gallery, davanti alla “Cattura di Cristo” del Caravaggio. “Vede, mi fece, quello a sinistra è San Giovanni, che colto in fuga, ha il viso bloccato in un urlo, guardi, osservi attentamente quell’espressione…”. Ma non ci vidi nulla. Sempre più perplesso, nella speranza che qualcuno mi desse un riscontro un po’ più concreto, sulla via del ritorno mi fermai a Vienna, a casa di un direttore d’orchestra. Mi fece ascoltare “L’arte della fuga” di Bach. “Sente?, mi chiese dopo uno dei Contrapunctus, alzando la voce, lo sente come quest’opera ha a che fare con il cervello?! È la dimostrazione che 2+2 non fa quattro”.

Sempre più sconsolato e senza risposta, bussai alla porta di una celebre poetessa. Almeno lei sarebbe riuscita a farmi comprendere dove stava l’inimitabilità del genio umano? Quella che nessuna A.I. avrebbe mai messo a rischio? “Vuole sapere cosa è poesia? sorrise, beh, è magia liberata dalla necessità di essere verità”.  E concluse citando due versi che lì per lì non mi restituirono assolutamente nulla: “Solo l’amare, solo il conoscere conta, non l’aver amato, non l’aver conosciuto.” È Pasolini, mi sussurrò, chiudendo la porta.

Niente, la mia ricerca era fallita. Stavo tornando verso casa, sul lungomare di Trieste, quando un vecchio cencioso rivolto verso l’orizzonte attirò la mia attenzione: aveva la barba lunga, ai suoi piedi un carretto pieno di ogni cosa, in mano una bottiglia di vino. ”Scusi, domandai, ma che sta facendo?” Lui si voltò e mi guardò come se avessi fatto la domanda più stupida del mondo. “Io? Sto guardando il mare” risolse allargando le braccia. “E perché?!”, indagai. Lui tornò a rivolgere gli occhi sulla distesa blu. “Le onde, disse, il cuore del mondo le cavalca e attraverso gli occhi si ricongiunge al nostro cuore, al cuore di chi guarda”.

Il cuore del mondo… attraverso gli occhi… si ricongiunge al cuore di… Ci pensai un po’ su. Risolsi che ci fosse un senso in tutto ciò. Un senso enorme di cui però afferravo solo una piccolissima porzione, abbastanza però per comunicarmene l’immensità.

Mi passai una mano su un occhio. Qualcosa mi stava scivolando su una guancia. Una lacrima, forse, chissà…

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.