Suoni acidi, rossetto sbavato, canzoni al “top”

The Top esce nel 1984. I Cure stanno attraversando una fase difficile. Robert Smith – indiscusso leader della band – è alle prese con le droghe e con la militanza in un altro gruppo, i Banshees di Siouxie (come chitarrista). Il che non gli impedisce di suonare gran parte degli strumenti in questo album, che sovverte, ma solo fino a un certo punto, i canoni del dark, di cui i Cure sono gli alfieri.

Siamo al quinto Lp del gruppo, che ha esordito nel 1979 con un disco diventato una pietra miliare del post-punk, lo scarno, minimalista Three Immaginary Boys. Già la copertina ci racconta una storia nuova, rispetto a quella che conosciamo. Ci sono colori. Acidi. Ma la musica, signori! Questo disco è un concentrato di canzoni strepitose. L’apertura, affidata a Shake Dog Shake, è un classico rock “alla Cure”. Con Bird Mad Girl, però, stiamo volando altrove, il basso e la batteria incalzano e la voce, al solito tirata come un elastico, disegna scenari nuovi, onirici. The Caterpillar, con il suo violino torturato, e la chitarra acustica che irrompe all’improvviso, è un gioiello a sé stante. Bananafishbones cita un racconto di Salinger ma sembra scritta per una giostra sinistra manovrata da Stephen King. Empty World marcia verso un mondo da incubo mentre Piggy in the Mirror ha un perfetto incedere drammatico, verso una acme lacerante. 

Tutti i brani portano l’impronta della distaccata, lucente tristezza di Smith, riflessa nel suo look così affascinante, con quel rossetto sbavato e quei capelli cotonati. Il fido amico e bassista Simon Gallup, invece, qui non c’è. Tornerà presto, però, per condividere con Smith e gli altri i momenti di gloria.

The Top lasciò interdetti molti fan dei Cure, già spiazzati da alcuni singoli molto pop che avevano preceduto l’uscita del disco. Poco dopo arriverà il fortunato The Head on the Door, con uno dei maggiori hit del gruppo, Close to Me.  

Robert Smith è stato, come noto, il modello della rockstar depressa del film This Must Be the Place di Sorrentino.

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Pubblicato da Marco Pontoni

Bolzanino di nascita, trentino d’adozione, cittadino del mondo per vocazione. Liceo classico, laurea in Scienze politiche, giornalista dai primi anni 90. Amori dichiarati: letteratura, viaggi, la vita interiore. Ha pubblicato il romanzo "Music Box" e la raccolta di racconti "Vengo via con te", ha vinto il Frontiere Grenzen ed è stato finalista al premio Calvino. Ma il meglio deve ancora venire.