Un buon proposito per il 2024? Piantare alberi!

Tempo fa in un’intervista in televisione il noto botanico Stefano Mancuso ha detto che gli esseri umani sono una parte davvero trascurabile della vita sulla Terra. Gli animali costituiscono una percentuale già di per sé molto bassa, circa il 3% dei viventi, ma di questi, noi umani siamo ancora numericamente più insignificanti, appena lo 0,01% delle specie viventi. Eppure, ciononostante, abbiamo plasmato completamente questo pianeta, distruggendo oltre l’80% delle specie selvatiche di mammiferi! Basti pensare che esistono più polli di allevamento che uccelli selvatici! Le piante sono molte più di noi, rappresentano oltre l’80% dei viventi, per fortuna, ma è difficile ricordarlo quando siamo in città e le vediamo relegate solo in certi viali, a farsi spazio tra l’asfalto dei marciapiedi, sui balconi o nei parchi. Ce ne ricordiamo quando andiamo nei boschi, in montagna. Lì ridimensioniamo il nostro egocentrismo e torniamo ad essere noi in minoranza. Anche se sono più di noi le piante non sono però abbastanza. In passato erano molte, molte di più. L’Europa preindustriale era interamente coperta di boschi, ma di questa antica foresta primigenia non resiste più nemmeno un albero. Li abbiamo tagliati tutti. Secondo “Nature”, il numero complessivo di alberi sul pianeta si è praticamente dimezzato dall’inizio della civiltà umana. E ogni anno ne vengono abbattuti più di quanti ne vengono piantati, specie per fare spazio a colture e allevamenti intensivi, anche se il tasso di deforestazione fortunatamente è diminuito rispetto agli anni ’80. Negli ultimi anni quindi si parla sempre più dell’importanza della riforestazione. Sono in diversi a sostenere che occorrerebbero almeno mille miliardi di alberi in più (ad oggi sono circa un trilione in tutto il mondo), per aiutarci ad assorbire una buona parte, un terzo, delle nostre emissioni di CO2, dato che non sono stati inventati sistemi altrettanto efficaci per assorbire l’anidride carbonica, quanto gli alberi. Ovviamente, ribadiamo, ciò non risolverebbe il problema del cambiamento climatico, ma ci farebbe guadagnare del tempo per agire più incisivamente verso una netta transizione ecologica. Mille miliardi sono un numero enorme. Allora perché non cominciare e non darci questo come buon proposito per l’anno nuovo? Piantare alberi. In ogni occasione, il più possibile. Ovviamente, vanno curati, innaffiati, altrimenti è del tutto inutile piantarli per abbandonarli a se stessi. Ed è bene scegliere specie autoctone e resistenti alla siccità. Nel comune dove vivo c’è una bella iniziativa che meriterebbe di essere imitata un po’ ovunque: per ogni bambino nato si pianta almeno un albero. Così negli anni, piccoli appezzamenti incolti, aiuole, o aree erbose un po’ trascurate sono ora piene di piante di noce, melograni, meli e di susini. E quando la frutta è matura chiunque la può raccogliere, è a disposizione di tutti. Per mio figlio ho scelto una quercia, che spero crescerà forte e sana insieme a lui, e un melo, per avere la frutta a chilometro zero. È solo l’inizio, ma se ognuno di noi lo facesse, piantasse uno, due o più alberi all’anno, alle feste degli alberi, in giardino, regalandoli…, quante piccole foreste potremmo lasciare ai nostri figli? È ora di cominciare, il momento migliore è… subito!

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Pubblicato da Silvia Tarter

Bibliofila, montanara, amante della natura, sono nata tra le dolci colline avisiane, in un mondo profumato di vino rosso. La vita mi ha infine portata a Milano, dove ogni giorno riverso la mia passione di letterata senza speranza ai ragazzi di una scuola professionale, costretti a sopportare i miei voli pindarici sulla poesia e le mie messe in scena storiche dei personaggi del Risorgimento e quant'altro. Appena posso però, mi perdo in lunghissimi girovagare in bicicletta tra le abbazie e i campi silenziosi del Parco Agricolo Sud, o mi rifugio sulle mie montagne per qualche bella salita in vetta. Perché la vista più bella, come diceva Walter Bonatti, arriva dopo la salita più difficile.