“Franciscus”, dialogo tra diversità

Simone Cristicchi ripercorre in questi mesi tutta l’Italia con il nuovo spettacolo “Franciscus” ispirato a San Francesco d’Assisi ed è ritornato anche in Trentino, con diversi sold out.

Come ti sei avvicinato a questo nuovo progetto?

Dal 2016 in poi ho cominciato a frequentare il mondo della filosofia e della spiritualità, e la figura di San Francesco si è incastrata in questo mio percorso fino al momento in cui è arrivato il momento di affrontare questo gigante. Mi sono armato di pazienza e ho approfondito la sua figura perché credo che oggi più che mai sia necessario rivolgersi ai nostri maestri per affrontare la crisi che stiamo vivendo.

Come hai adattato il personaggio alla tua sensibilità?

Inizialmente ho letto un bel po’ di libri sull’argomento, ne esistono tantissimi, mi sono fatto guidare da persone esperte sul tema e sono andato a colpo sicuro su quei libri che mi sono stati consigliati. Dopodichè ho deciso di “dimenticare” tutto quello che avevo letto perché nel frattempo la sua figura ha fatto nascere in me tanti interrogativi e tanti dubbi. 

Il messaggio di San Francesco è ancora attuale?

Attualissimo, questo mio lavoro arriva in un momento particolare dell’umanità e sembra fatto apposta per il periodo che stiamo vivendo, questa nuova guerra. Il messaggio di San Francesco è quello del dialogo, dell’incontro tra le diversità.

Con chi hai lavorato in “Franciscus”?

Sono circondato da persone ed artisti di eccellenza, ho una grande fortuna ad aver lavorato con Simona Orlando che io reputo più che una scrittrice una poetessa, in questo spettacolo ancora di più degli altri. Abbiamo inventato insieme questo personaggio di Cencio, uno stracciarolo calato in quel periodo, che è l’osservatore esterno della vicenda con un linguaggio tutto suo, una sorta di esperanto, tra spagnolo, latino e umbro che lo rende molto simpatico al pubblico e molto ironico.

Com’è la parte musicale dello spettacolo?

Le canzoni le ho scritte io e alcuni insieme con la cantautrice Amara che ha contributo non solo musicalmente ma è stata la supervisor dell’allestimento e mi ha aiutato tantissimo nel lavoro, le musiche, gli arrangiamenti e le composizioni originali sono di Tony Canto, un musicista siciliano molto bravo a cui mi sono affidato con cui abbiamo scritto sonorità orientali. 

Cosa vuoi che arrivi al pubblico?

Il discorso di San Francesco è molto basato sulla potenzialità dell’essere umano, il potenziale dentro ognuno di noi, se diventiamo responsabili del mondo in cui viviamo possiamo sviluppare questa consapevolezza e reagire di conseguenza per il bene nostro e degli altri. Il tema centrale è questo, infatti anche l’ultima canzone “L’infinito” parla di questa enorme potenzialità, quel germe in ognuno di noi, un discorso che apre molto all’universalità del messaggio di Francesco.

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.