“Klòffen, sprechen, parlare”. Attraverso la lingua mòchena

Foto: Luciano Olzer

“Guat kemmen en Bersntol” è il cartello di benvenuto all’imbocco della Valle del Fersina e che in poche semplici parole rende subito visibile la particolarità dei paesi di Frassilongo Garait, Roveda Oachlait, Fierozzo Vlarotz e Palù del Fersina Palai en Bersntol. Quando per caso si incontrano dei “parlanti” che colloquiano fra loro in mòcheno viene spontaneo accostare l’orecchio e provare a cogliere qualche frammento di discorso, qualche parola e nascono spontanee le domande. Come mai nel mezzo del Trentino si utilizza una lingua dalle caratteristiche chiaramente germaniche? Che ripercussioni può avere sul senso di appartenenza? Parlare più lingue diverse può condizionare il pensiero? Costituisce più un arricchimento o un impiccio? Domande complesse che hanno più risposte oppure risposte non risolte definitivamente nemmeno dalla scienza.

Queste riflessioni sono alla base del lavoro che l’Istituto Culturale Mòcheno / Bersntoler Kulturinstitut realizza per la valorizzazione della lingua mòchena e che ha portato quest’anno all’allestimento di una originale mostra dal titolo “Klòffen, sprechen, parlare. Attraverso la lingua mòchena” a cura di Daniela Mereu, Claudia Marchesoni e Leo Toller dedicata a scoprire come funziona il linguaggio e come si usano le lingue nella vita comune di tutti i giorni. Filo rosso della mostra è la lingua mòchena che offre spunti e esempi.

La facoltà del linguaggio è innata e universale nell’uomo e permette di imparare le lingue specifiche, che sono invece prodotti determinati dalla cultura e dall’ambiente di crescita. Le lingue funzionano attraverso meccanismi come la produzione di suoni, si organizzano attraverso la sintassi ed esprimono i propri significati attraverso il lessico, cioè le parole che utilizziamo tutti i giorni e che circolano senza limiti e senza barriere. Osservando le vicende storiche della comunità mòchena, si vede che la lingua non è un valore immobile, neutro, ma subisce le manipolazioni delle ideologie delle varie epoche. Prendere coscienza di queste dinamiche e del valore che le minoranze linguistiche hanno all’interno del patrimonio culturale collettivo come valore universale è di vitale importanza per progettare le strategie per le politiche linguistiche future. La sensibilizzazione delle nuove generazioni, la scuola, l’utilizzo della lingua di minoranza attraverso le varie tecnologie e in vari settori come quello amministrativo o nella toponomastica sono fattori determinanti per allargare la sfera di uso della lingua.

Oltre alla mostra allestita presso la sede dell’Istituto a Palù del Fèrsina, si possono trovare altre iniziative e approfondimenti sulla comunità mòchena nei musei diffusi sul territorio. Il Filzerhof a Fierozzo permette, grazie ai suoi spazi, di esplorare le variegate attività legate al territorio e all’organizzazione sociale e culturale della comunità e in cui è collocata l’installazione artistica “Chi sono/io sono”. Altri luoghi di interesse sono il mulino Mil a Roveda, con un percorso sul rapporto fra la cerealicoltura e la comunità locale in una prospettiva storica e la segheria alla veneziana Sog van Rindel in Valcava a Fierozzo sulla filiera della lavorazione del legname.

Terminate le visite, dopo una bella passeggiata per concludere la giornata, il visitatore potrà accorgersi di avere scoperto qualcosa di nuovo non solo sulla comunità mòchena, ma anche su se stesso e sul proprio personale rapporto con le lingue.

Filzerhof, da visitare l’opera “Chi sono/Io sono”
Il Filzerhof, antico maso la cui fondazione risale al 1324, rappresenta uno spaccato indispensabile di storia e di cultura della comunità mòchena. Oltre al percorso tradizionale, è visitabile la Sprochkòmmer, uno spazio dedicato a chiarire alcuni dei punti essenziali del bersntolerisch, cioè lingua mòchena.
Negli spazi esterni è presente l’opera di Paolo Vivian “Chi sono/Io sono” con un’installazione site specific e un’installazione multimediale che rappresenta le ramificazioni delle lingue e il loro intrecciarsi. La domanda “io sono” che viene posta in un ventaglio di lingue, è una riflessione sulla propria identità la cui risposta è “i pin”, io sono. Gli aggiornamenti su iniziative e novità si trovano sul sito www.bersntol.it.
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Pubblicato da Tina Ziglio

Concetta (Tina) Ziglio è nata sulle montagne in una notte di luna piena. Anziché ululare, scrive per diverse testate e recita in una sgangherata compagnia teatrale. Il suo ultimo libro è il discusso “Septizonium” (Aleppo Publishing, 2019).