Le “Cesarine”: aggiungi un posto a tavola

Ogni giorno in Italia accadono un sacco di cose, piacevoli o meno, alcune inaspettate altre imprevedibili, conosciute e sconosciute. Ogni giorno in Italia più di 1500 casalinghe e casalinghi, in più di 450 località, sono pronti ad aprire le porte di casa per ospitare qualcuno al proprio desco, pranzo o cena che sia. Dite la verità: questa proprio non ve l’aspettavate e volete scoprire dove vogliamo andare a parare… Non voglio tenervi oltre sulla corda e vi dico solo un nome: “Cesarine”. È il nome – quasi certamente di origine etrusca – con cui un tempo si chiamavano le massaie emiliane, le zdaure cesarine

Oggi il suo uso è stato esteso all’intera penisola. Almeno fin da quando nel 2016 Davide Maggi l’ha trasformata nella più estesa community di cuoche e cuochi casalinghi diffusa su tutto il territorio nazionale. Una comunità diffusa Slow Food per la salvaguardia della cucina tradizionale italiana. Un esercito assolutamente non violento armato di mestoli e schiumarole, pensato cinque anni prima dall’antropologa Egeria di Nallo, fondatrice dell’omonima “associazione culturale di protezione e trasmissione della cucina regionale attraverso ospitalità delle cuoche italiane domestiche”. In poche parole, l’idea è quella di andare a mangiare a casa di signore (e alcuni rari signori) molto abili ai fornelli, dotate di una solida conoscenza delle ricette tradizionali. Ovviamente con un importante occhio di riguardo rispetto al territorio di appartenenza o di residenza. Ma c’è dell’altro. Gli ospiti possono assistere e prendere parte alla preparazione delle portate nelle cosiddette cooking class (gli americani vanno matti per le mani in pasta…).

Le Cesarine in tutta Italia ospitano migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo per offrire loro pranzi, cene, corsi di cucina ed esperienze gastronomiche speciali come degustazioni, aperitivi e visite ai produttori locali. Memorabili esperienze di cucina quali cene, lezioni, food tour, per deliziare il palato di coloro che sono alla ricerca di piatti e tradizioni spesso dimenticate, cura degli ingredienti e privacy. Custodi e ambasciatrici di un patrimonio gastronomico nascosto, le Cesarine mettono la loro esperienza e abilità a disposizione degli ospiti per offrire un’esperienza di cucina autentica, all’insegna della qualità, dell’accoglienza e del gusto tutti italiani.

Gli anglosassoni la chiamano Foodcation (crasi di food e vacation) e, specie in un periodo come questo, sembra essere la tendenza del momento tra i viaggiatori. Sempre più a caccia di esperienze autentiche a tavola. Magari in abitazione o luoghi curati e originali.

Ma come funziona esattamente questa cosa? È molto semplice e intuitivo. È un po’ il meccanismo che regola la gestione degli alloggi privati da parte di servizi come Airbnb e Trip Advisor, solo che qui c’è di mezzo il palato e soprattutto la genuinità, merce sempre più rara in un mercato enogastronomico e della ristorazione sempre più omologati e troppo spesso privi di identità legata alle origini. 

Tecnicamente, le esperienze possono essere prenotate sul sito cesarine.com. La casa di una Cesarina non è un ristorante domestico ma fa parte di un progetto culturale diffuso. Insomma, una rivoluzione!

Le Cesarine sono la voce più autentica che opera al fine della salvaguardia del patrimonio gastronomico italiano, una preziosa eredità che affonda le sue radici nel sapere di donne e uomini che, da generazioni, tramandano conoscenze del proprio territorio consapevoli di essere custodi di un unicum che occorre tutelare e tramandare.

Da queste parti credono nel valore “Cibo“ con tutte le sue implicazioni familiari, culturali, storiche, sociali, partendo dal presupposto che il cibo e le sue modalità di condivisione, con riferimento soprattutto a quelle familiari, costituiscono sintesi e modello di civiltà. Lo stare a tavola rappresenta un momento fondamentale di incontro, condivisione e trasferimento valoriale tra generazioni, tra culture, ed è elemento fondamentale di coesione di una comunità.

Naturalmente, non appena cesarinizzati ci siamo fiondati subito a cercare di capire chi sono e dove “lavorano” le Cesarine made in Trentino. Ne abbiamo scovate solamente quattro, interpellandone due. 

La prima si chiama Costanza Taxis (sì, lontana discendente del celebre casato Thurn und Taxis). Fa parte delle Cesarine dal 2018. Prima viveva a Bologna, dove aveva un negozio di accessori di moda. Creava borse in tessuto. Insomma, una donna creativa che, grazie al consiglio di un’amica milanese, ha deciso di deviare il talento in direzione di forno e fornelli.

Oggi abita a Martignano, nella splendida residenza di famiglia, dove comunque tracorre le vacanze da decenni.

La sua prima volta è stata un po’ una terapia d’urto, dacché ha dovuto cucinare per ben 16 turisti americani.

Costanza ama proporre menu legati al territorio, ma non disdegna il ripiego su piatti più nazionali. “Preparo strangolapreti, canederli, ma magari con un antipasto di crescentine bolognesi. Amo la contaminazione e non lesino sulle quantità”.

Mai nessuno si è lamentato? “No, devo essere sincera. Anche perché chi arriva o è un buongustaio o estremamente curioso”. In casa Taxis – come in tutte le abitazioni delle Cesarine – la preparazione della tavola è molto curata, con centrotavola, belle posate, ecc.. Gli ospiti vengono accolti in un grande salone, dove anche lei e il marito possono sedersi a cenare e conversare con loro. Un modo anche per conoscere persone nuove. Un irresistibile ritorno alla tradizione dell’ospitalità culinaria.

I trentini? “Sono molto diffidenti. Tanto è vero che siamo tra le province meno rappresentate nel circuito”. Cosa vuol dire alle potenziali Cesarine indigene? “Coraggio! Non abbiamo paura di aprire le nostre case per riprenderci una serata di tranquillità, il gusto e il piacere di come si mangiava una volta”.

Enrica Zandonai abita a Nogaredo. Assieme al compagno ha ristrutturato da poco la settecentesca casa dei nonni. È laureata in giurisprudenza e lavora da quindici anni per uno studio di consulenza del lavoro.

Ha deciso di diventare Cesarina lo scorso anno, durante il lockdown. “Mi è sempre piaciuto avere ospiti in casa. Nel momento in cui la cosa non si è potuta più fare ne ho sofferto e ho deciso di dare una forma a questa inclinazione”.

Così sono arrivati i primi ospiti, una coppia di ragazzi tedeschi 25enni di Lipsia che hanno chiesto di prendere parte ad una cooking class sulla pasta fresca.

“Mi è sempre piaciuto cucinare e condividere con gli altri, vedere gli altri consumare quel che hai preparato tu. E indirettamente promuovere il territorio”. 

Che tipo di menu propone? “Tutto fatto in casa e pressoché a Km zero. Tortel di patate, strangolapreti, ortaggi Val di Gresta, Tonco del Pontesel. Il mio compagno fa l’enologo pertanto anche la scelta dei vini è curata. In futuro mi piacerebbe poter proporre degustazioni.”

Sulla quantità, Enrica ci dice che la cucina trentina è semplice, ma sostanziosa. “Servo sempre porzioni abbondanti.”

E dove accoglie gli ospiti? “Ho due possibilità, quasi tre, a seconda della stagione, terrazza, in casa, in inverno nella stube. Posso ospitare fino a dieci persone”. 

Su questa carenza di Cesarine trentine cosa ci dice? “Forse c’è molta gelosia della propria casa, che si vuole sempre preclusa agli estranei. Invece io trovo che sia una bella opportunità per far apprezzare i nostri prodotti e la tradizione. Sarei contenta se ce ne fossero altre!”

Chi sono le “Cesarine”?
Chiunque può entrare a far parte del più grande Network italiano di appassionati casalinghi di enogastronomia. Per accogliere persone da tutto il mondo, e far fruttare la passione per la cucina e per i prodotti del proprio territorio, condividendo con i tuoi ospiti le ricette che si tramandano nella propria famiglia da generazioni e tutto il proprio sapere sull’arte del bere e mangiare bene. Dal 2020, la Community annovera anche esperti del settore vinicolo che desiderano mettere a disposizione il loro sapere per promuovere e diffondere la conoscenza dei vini del loro territorio, per un’esperienza enogastronomica immersiva e decisamente unica. Siete pronte per entrare nel magico mondo? Date un’occhiata qui: https://cesarine.com/it/join
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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.