L’istante tra la realtà e la narrazione

Le scarpe, il vero dilemma era sempre lo stesso: quali scarpe abbinare? Meglio delle decolletè, stivali o stivaletti, con cinghia o senza? La solita storia: i minuti si sommavano mentre provava ad indossare qualche paio di scarpe, pur sapendo che alla fine avrebbe ripiegato sul classico nero, tacco non esagerato. Fine ed elegante. Ci aveva messo molto meno ad acconciare i capelli in uno chignon, trovare l’abito in satin color borgogna su cui la stola nera, unitamente alla giusta borsa, risultava in tinta e dettava la scelta del colore delle calzature. La solita trama, ogni volta.

Un ultimo sguardo allo specchio mentre passava un leggero velo di trucco sul viso, rendendosi conto che da quando era in pensione aveva perso un po’ la mano, via via le occasioni si erano diradate. Ma a quella serata non avrebbe certo rinunciato, non a quell’appuntamento settimanale e mondano. Se ormai aveva smesso le vesti della lavoratrice che a lungo avevano scandito le giornate, indossare qualcosa di sconosciuto e meno definito era per lei tornare ad avere un ruolo e rimpossessarsi di una parte della propria identità. Così, impeccabile e soddisfatta, era pronta ad uscire. Afferrate le chiavi, scese le scale, si era incamminata sul viale. Le piaceva l’aria fresca della sera, il fruscio del vestito sui polpacci e il rumore ritmico dei tacchi sui sampietrini del marciapiede. Si teneva stretta alla borsetta, controllando di tanto in tanto il telefono per assicurarsi di riuscire a mostrare il biglietto fatto online, come le aveva insegnato la sua segretaria, quando ancora ne aveva una che potesse occuparsi di queste cose e le togliesse qualche pensiero.

Arrivata davanti alle porte del teatro si sentiva sicura, sapeva dove andare, ritta e radiosa attraversava il tappeto rosso, riconoscendo i volti familiari degli addetti alla portineria. Amava quel teatro fin da quando suo padre l’aveva portata la prima volta a vedere un’opera lirica: la “Tosca”, quando ancora si entrava con un biglietto da mille lire. In quell’occasione si era affacciata al parapetto del loggione, la fila di posti più vicina al soffitto, aveva visto da lontano quei piccoli attori e le pareva così incredibile udirne le voci potenti. Poi i suoi occhi si erano persi tra le poltrone rosse della platea, l’odore dei velluti e degli stucchi, il grandissimo lampadario sopra le teste, la polvere del palco, il brusio della platea, i passi frettolosi degli attori e dei tecnici che si muovevano dietro il sipario calato, le infinite decorazioni, gli affreschi, le luci, i dettagli. Si era sentita catapultata d’incanto in un’altra realtà, lontano dalla vita di tutti i giorni. 

Poche cose erano mutate negli anni all’interno di quel luogo magico ed era prendendo posto sul palchetto, che un tempo era stato di una delle nobili famiglie ed ora era fiera di poter occupare nel suo appuntamento fisso, che si sentiva nuovamente di appartenere ad un luogo, ad un mondo sontuoso dove, in fondo, recitava amabilmente la sua piccola parte.

Poco le importava quale spettacolo fosse quella sera in calendario, in quella specie di universo parallelo dove a contare erano le emozioni più di tutto, quelle serate che la facevano sentire protagonista, dove gli applausi evidenziano la connessione tra attori e spettatori. Ed era lei la protagonista alla sua maniera, su quel palchetto, in quell’attimo in cui il sipario si muove, era lei lo spettacolo in quell’istante che divide la realtà dalla narrazione. 

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Pubblicato da Denise Fasanelli

Mamma insonne e sognatrice ad occhi aperti. Amo la carta, la fotografia e gli animali. Ho sempre bisogno di caffè. Non ho bisogno di un parrucchiere, d’altronde una cosa bella non è mai perfetta. Ho lavorato nel campo editoriale, della comunicazione e mi sono occupata di marketing per alcune aziende. Ho pubblicato un libro insieme all’ex ispettore Pippo Giordano: “La mia voce contro la mafia”(Coppola ed. 2013). Per lo stesso editore, ho partecipato, in memoria dei giudici Falcone e Borsellino, al libro “Vent’anni” (2012) con un racconto a due mani insieme all’ex giudice Carlo Palermo.