Magico, seducente Klimt

Realizzazione di un progetto a lungo accarezzato e fin da subito appoggiato da Vittorio Sgarbi, la mostra “Klimt e l’arte italiana” magistralmente curata da Beatrice Avanzi analizza per la prima volta l’opera di pittori e scultori italiani ispirati dalla ricerca creativa di Gustav Klimt e, più in generale, dalla Secessione. Un momento magico e circoscritto ma complesso dell’arte italiana che si discosta da correnti più note come le Avanguardie e precede il Ritorno all’Ordine e le tendenze postbelliche e si palesa in una produzione artistica assai varia, dalla pittura alla scultura, dalla grafica alle arti decorative, in cui, pur rielaborato con modalità personali e originali dai vari artisti, è ben riconoscibile il gesto sontuoso e decadente ispirato dalle Secessioni di Vienna e Monaco.

Gustav Klimt, Giuditta II, 1909, F. Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro

Visitabile fino al 18 giugno al Mart di Rovereto, l’articolata esposizione, più di 200 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, si dipana dai due celebri dipinti di Klimt: “La Giuditta II” acquistato dal Comune di Venezia in seguito alla partecipazione dell’artista austriaco alla Biennale del 1910 e destinato alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro e “Le tre età della donna” presente all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911, allora acquisito dal Ministero dell’Istruzione e destinato ad arricchire il patrimonio della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. A partire da queste due opere, da sempre indiscusse icone dell’immaginario collettivo, che ben testimoniano quello che la curatrice definisce un “folgorante cortocircuito” ossia la palese influenza dell’arte italiana, l’oro dei mosaici e le decorazioni di San Marco o, ancora, il fascino del vetro veneziano sullo stesso Klimt, più volte ospite del Bel Paese, si snoda un percorso espositivo ricco e variegato in cui le varie arti dialogano in modo armonico e seducente. In mostra una quarantina di artisti tra cui alcuni pittori attivi in quegli anni a Venezia come Vittorio Zecchin, definito il “Klimt italiano”, i giovani “dissidenti” di Cà Pesaro come Felice Casorati o, ancora, artisti coinvolti nelle grandi imprese decorative della Biennale come l’eclettico Galileo Chini.   

Ben evidenziato ed indagato inoltre lo stretto rapporto con le Secessioni nei territori appartenuti, fino al 1918, all’Impero austroungarico in cui gli artisti immersi in una stimolante e feconda cultura che spazia dal germanesimo alla latinità, possono scegliere se formarsi alle Accademie di Milano e Venezia, frequentare quelle di Monaco e Vienna o spostarsi dall’una all’altra per perfezionarsi. Ecco pertanto le opere dei triestini Piero e Guido Marussig formatisi a Venezia, di Viktor von Thümmel e dei trentini Luigi Bonazza e Luigi Ratini che studiarono a Vienna e, ancora del trentino Benvenuto Disertori, musicologo e illustre incisore del primo ’900, docente all’Accademia di Brera a Milano. Impreziosiscono e completano il percorso espositivo numerosi disegni, opere grafiche e scultoree dell’inquieto e spirituale Adolfo Wildt, milanese con assidue frequentazioni nordiche, definito dal critico Antonio Maraini già nel 1922 in occasione della partecipazione di Wildt alla Biennale di Venezia, il “Klimt della scultura”.

Gustav Klimt, Le tre età della donna, 1905, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Luigi Bonazza, La leggenda di Orfeo – Rinascita d’Euridice – Morte d’Orfeo, 1905, Mart, Deposito SOSAT

Galileo Chini, La vita e l’animazione dei prati, 1914, Collezione privata
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Pubblicato da Nicoletta Tamanini

Da sempre appassionata all’arte in tutte le sue manifestazioni, dopo la maturità classica, pur avendo seguito studi a carattere scientifico, da anni si occupa di critica d’arte e cura mostre ed eventi a carattere creativo. Collaboratrice dal 2004 dell’emittente Telepace Trento, è autrice di innumerevoli servizi a carattere culturale, di una decina di documentari a carattere artistico – religioso e di una ventina di documentari a tema esclusivamente artistico in collaborazione anche con strutture museali del territorio e con esperti del settore. Presente, per varie edizioni, nelle giurie di una decina di concorsi artistici a livello trentino e extraregionale, è autrice di recensioni d’arte pubblicate anche su stampa specializzata.