Segni particolari: insostituibile

Sono mesi che l’Italia soffre una prolungata siccità, una crisi che non si vedeva da 70 anni, e che, unita alle alte temperature di questi mesi e alla scarsissima riserva nevosa accumulata lo scorso inverno, sta prosciugando i nostri laghi e fiumi, e, di conseguenza, sta assetando i nostri campi. Coldiretti stima danni al comparto agricolo per oltre 2 miliardi di euro. I terreni, arsi da un sole bruciante, rendono nettamente meno, specialmente colture quali mais, grano, girasole, ma anche foraggio, indispensabile per nutrire i nostri allevamenti. Anche gli animali naturalmente soffrono: lo stress cui sono sottoposti a causa del caldo fa sì che non riescano a produrre sufficiente latte. 

Ad aggravare la situazione, e gettare ulteriore sconforto, si aggiunge l’altissima percentuale di dispersione idrica, dovuta alla cronica scarsa manutenzione di una rete vetusta, che richiederebbe enormi investimenti finanziari per essere sistemata. In Italia, mediamente il 40% dell’acqua potabile non arriva ai rubinetti, disperdendosi prima, ma ci sono luoghi dove questa percentuale arriva addirittura al 70%! Questo, purtroppo, è qualcosa che non possiamo controllare direttamente, nel nostro piccolo. Ma possiamo fare la nostra parte per ottimizzare al meglio l’uso di questa risorsa indispensabile, troppo spesso data per scontata. Nel nostro paese, infatti, forse proprio per via di una notevole disponibilità rispetto ad altri stati, siamo in cima alla lista degli spreconi a livello europeo. Infatti, se la media europea di consumo dell’acqua è di 125 litri a persona al giorno, la media italiana si aggira intorno ai 220 litri. Per che cosa la usiamo soprattutto? Per l’igiene personale, il bucato, per cucinare, per la cura del giardino… peggio di noi fanno solamente americani e canadesi, che arrivano a sprecare, in certi casi, anche 350 litri di acqua a persona al giorno!

Al contrario, in altre parti del mondo c’è poi chi è costretto a vivere con meno di 50 litri al giorno, la soglia minima di acqua necessaria ad una persona indicata dall’OMS, per provvedere a soddisfare le proprie esigenze indispensabili. In Madagascar, ad esempio, si vive anche con meno di 10 litri al giorno a testa, che ovviamente, non sono sufficienti per una vita dignitosa. Per curiosità, chi scrive ha provato a verificare quanta acqua consuma al giorno ed è risultato mediamente 81 litri. Sono meno della media europea, ma garantisco che sono sufficienti per fare tutto. Possiamo, quindi, senza troppe rinunce, ridurre parecchio il nostro dispendio d’acqua. In che modo? Lo abbiamo detto tante volte, ma ripeterlo non fa mai male. Dobbiamo in primis preferire la doccia al bagno, che richiede un terzo di quanto si consumerebbe invece riempiendo la vasca. Cerchiamo di fare docce brevi e di raccogliere l’acqua mentre si scalda. Bisogna poi assolutamente mettersi in testa di chiudere il rubinetto mentre laviamo i denti, ci insaponiamo, o facciamo la barba (in tal caso, un altro piccolo accorgimento è riempire il lavandino con un po’ d’acqua invece di usare acqua corrente per sciacquare il rasoio). Anche installare un riduttore di flusso, per diminuire la portata del rubinetto, può essere d’aiuto. Evitiamo poi di lavare la macchina troppo spesso e se proprio lo dobbiamo fare, preferiamo un secchio e uno straccio, all’autolavaggio, per risparmiare così, ogni volta, quasi 100 litri. 

Oltre a non usare più acqua del necessario, abituiamoci anche a riutilizzarla. Ad esempio, conserviamo l’acqua di scolo della pasta: è ricca di amido, va benissimo per lavare i piatti! Se ci abituiamo anche a lavare frutta e verdura in un catino, potremmo poi recuperare quella stessa acqua, oltretutto piena di sali minerali, per innaffiare le nostre piante sul balcone o in giardino, specie quelle in vaso. L’acqua di condensa del condizionatore, per chi ce l’ha, va invece benissimo per stirare, essendo priva di calcare, oppure possiamo usarla per lavare il pavimento. Cerchiamo inoltre, se non li abbiamo già, di acquistare elettrodomestici ad alta efficienza, lavatrici e lavastoviglie che ottimizzino l’uso di acqua, da attivare, ovviamente, sempre e solo a pieno carico, senza esagerare con le temperature. Se non lo abbiamo già fatto, nel bagno provvediamo inoltre ad installare uno sciacquone a doppio pulsante, che consentirà di dimezzare la quantità di litri che se ne vanno ad ogni uso. Altra cosa che possiamo fare è controllare periodicamente che non ci siano perdite nelle tubature, magari una gocciolina che cade ci sembrerà poca roba, ma alla fine dell’anno quella gocciolina equivale a migliaia di litri dispersi! Spostandoci dall’interno domestico al giardino, in tempi come questi, al tanto amato prato inglese possiamo preferire piante grasse, alcune erbe aromatiche, arbusti, come la profumatissima lavanda, che richiedono molta meno acqua. Scegliamo piante da innaffiare solo quando serve, magari installando un irrigatore a pioggia che si attivi quando il sole è tramontato, o prima che sorga, per evitare un’eccessiva evaporazione. Possiamo anche pensare ad un catino da mettere in giardino per raccogliere l’acqua piovana (quando piove). E infine, pur sapendo che la temperatura di quest’estate ci fa davvero boccheggiare, ma proprio per questo, evitiamo di far divertire i nostri bambini con i gavettoni e pistole ad acqua, così come evitiamo di riempire piscine e piscinette nei giardini. Spieghiamo invece loro, anche ai più piccoli, perché è importante non sprecare l’acqua. Ne va del nostro, ma soprattutto del loro futuro.

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Pubblicato da Silvia Tarter

Bibliofila, montanara, amante della natura, sono nata tra le dolci colline avisiane, in un mondo profumato di vino rosso. La vita mi ha infine portata a Milano, dove ogni giorno riverso la mia passione di letterata senza speranza ai ragazzi di una scuola professionale, costretti a sopportare i miei voli pindarici sulla poesia e le mie messe in scena storiche dei personaggi del Risorgimento e quant'altro. Appena posso però, mi perdo in lunghissimi girovagare in bicicletta tra le abbazie e i campi silenziosi del Parco Agricolo Sud, o mi rifugio sulle mie montagne per qualche bella salita in vetta. Perché la vista più bella, come diceva Walter Bonatti, arriva dopo la salita più difficile.