Arcipelago «Haydn»

Il Maestro Kent Nagano dirige l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, nel Duomo di S. Vigilio

Prende il via il prossimo 18 ottobre a Trento la Stagione Sinfonica 2023/2024 della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Curata dal compositore Giorgio Battistelli, la programmazione inizia con Ottavio Dantone – ora Direttore Principale e prossimo Direttore Musicale dell’ente sinfonico – a dirigere la stessa orchestra, per concludersi il 12 giugno del prossimo anno, con la direzione di Michele Mariotti.

La Stagione segnerà dunque un ampliamento della collaborazione con Ottavio Dantone, che nei concerti continuerà ad approfondire il periodo classico, oltre che il Novecento storico europeo. Ma anche la continuazione del Progetto Nagano, che con Kent Nagano ridisegna le connessioni tra culture diverse a partire dal grande repertorio di Haydn, e del Percorso Mariotti che in due concerti porterà esponenti della Prima e Seconda Scuola musicale viennese. Proseguirà anche il progetto con Thomas Dausgaard, già inaugurato la scorsa Stagione, che crea ponti con la musica nordica europea di repertorio e contemporanea. Inoltre, il trombettista Nicola Baratin, il cornista Andrea Brunati, il percussionista Domenico Cagnacci e l’oboista Gianni Olivieri, prime parti dell’Orchestra Haydn, saranno protagonisti di quattro concerti che li vedranno nel ruolo di solisti. I tre appuntamenti partono dal concetto di “In prima persona plurale” preso a prestito dall’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, di impronta francescana. Infine, la Stagione 23/24 presenterà la novità delle “Ouverture barbare”, una serie di brevi aperture ai concerti, affidate a musicisti che porteranno sui palchi dell’Orchestra Haydn suoni e ritmi diversi e lontani. Ci saranno: le percussioni del senegalese Cheikh Fall, il cantante e percussionista, ma anche poeta e attivista indiano Bhai Baldeep Singh, il flauto zen di Prashantam.

Il repertorio classico e moderno dell’Orchestra Haydn si unirà quindi a sguardi verso il contemporaneo oltre che verso il mondo, direttori e solisti di fama internazionale si alterneranno ad artisti emergenti di grande talento, il pensiero filosofico, la poesia, la spiritualità a fare da filo rosso a una stagione che il direttore artistico Giorgio Battistelli presenta come un arcipelago sonoro, l’Arcipelago Haydn.

Il compositore Giorgio Battistelli cura la Stagione Sinfonica dell’Orchestra “Haydn”  (ph. L. Montanelli)
Ottavio Dantone e l’Orchestra “Haydn” al termine di un concerto

Direttore, ha definito questa stagione un arcipelago: cosa significa per lei questa parola?

La definizione di arcipelago è una visione, una metafora, un desiderio di raccontare la volontà di mettere in contatto le potenzialità del territorio con le possibilità dell’Orchestra. Sono infatti interessato a costruire reti, a coinvolgere le forze del territorio, non solo realtà artistiche, ma anche quel che ci offre la natura, gli spazi che questo territorio mette a disposizione. Sono convinto che questi elementi costituiscano anche l’identità dell’Orchestra. Inoltre l’idea di arcipelago racconta anche di un’orchestra che si muove nella contemporaneità: viviamo una realtà esteticamente composita, siamo attraversati da molte percezioni, non vogliamo metterci etichette desuete, come musica barocca o musica classica o musica moderna. Vogliamo piuttosto parlare di musiche che possiamo ascoltare. 

La collaborazione con Ottavio Dantone viene intensificata: che rapporto c’è tra voi e quali sintonie?

Ottavio Dantone diventerà Direttore Musicale e questo prevede un ancora maggiore coinvolgimento e identificazione con l’Orchestra. E si tratta di un matrimonio molto felice, il maestro Dantone è poliedrico, di formazione barocca e con un’apertura all’ascolto che non è di tutti, ma che appartiene alla sensibilità della persona. 

Sono sicuro che svilupperemo progetti meravigliosi. Un assaggio lo avremo a Milano il prossimo 7 novembre quando all’interno di Festival Mahler presenteremo la “Sinfonia n. 7 in Mi minore” di Gustav Mahler e avrà l’aspetto di un cortocircuito poetico: sembra una contraddizione che un grande interprete di formazione barocca diriga Mahler, ma è proprio la diversità a farci scoprire nuove strade. In comune, Dantone ed io, abbiamo che non percorriamo sentieri conosciuti, preferiamo strade ed emozioni nuove. 

L’orchestra Haydn è stata fondata nel 1960. Una lunga storia di tradizione che però ha saputo rimanere al passo con i tempi: qual è il segreto?

Tra le cose che mi affascinano nel lavorare in Haydn è che ho trovato nei dirigenti del cda grande sintonia nel non pensare all’Orchestra solo come un ente che produce concerti, ma un produttore di pensiero.

Credo che l’idea di modernità di un’orchestra passi attraverso la sua capacità di farsi interprete del nostro tempo. L’Orchestra Haydn vuole raccontare elementi diversi e metterli in relazione: la musica e la cultura, certo, ma anche la società, il clima, la natura. Di questo ci occupiamo in questo triennio, attraverso la chiave che ci ha offerto San Francesco: una mappa immaginaria di passioni, gioia, stupore, apertura e fiducia pensata sorprendentemente molti secoli fa, ma che ha valore contemporaneo. Tradurre tutto questo con la musica è difficile, ma è ciò che caratterizza l’Orchestra Haydn.

Inoltre, la posizione geografica della Haydn penso sia un punto di forza, anche se a prima vista può sembrare periferica, stiamo lavorando per farne una nuova centralità. Non siamo dentro l’occhio del ciclone, ma ci muoviamo intorno e abbiamo sguardo e respiro internazionale proprio perché abitiamo il “margine” di culture e realtà diverse. Chi si chiude non riesce a nutrirsi: la forza dell’Orchestra Haydn è proprio vivere ai confini. Una posizione che ci permette di guardare oltre gli orizzonti.

La Haydn ha una folla di appassionati davvero molto affezionati: come è possibile mantenere una stretta relazione con il proprio pubblico per un’orchestra?

Bisogna farlo innamorare ancora di più di quel che facciamo. Una delle attività che svolge l’Orchestra Haydn è un grande presidio del territorio: il decentramento è una funzione politico-culturale e il pubblico ne è riconoscente.

Il concerto è un rito, ha una dimensione antropologica antica che sappiamo riconoscere. Ora vorrei rafforzare ulteriormente il legame con i pubblici delle città di Trento e Bolzano. Vorrei che il pubblico si sorprendesse ogni volta: abbiamo la programmazione per farlo.

Battistelli con il Leone d’Oro 
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Pubblicato da Susanna Caldonazzi

Laureata in comunicazione e iscritta all'Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige dal 2008, inizia la sua esperienza professionale nella redazione di Radio Dolomiti. Collabora con quotidiani, agenzie di stampa, giornali on line, scrive per la televisione e si dedica all'attività di ufficio stampa e comunicazione in ambito culturale. Attualmente è responsabile comunicazione e ufficio stampa di Oriente Occidente, collabora come ufficio stampa con alcune compagnie, oltre a continuare l'attività di giornalista free lance scrivendo per lo più di di cultura e spettacolo. Di cultura si mangia, ma il vero amore è la pasticceria.