Del cul del mul

“Stavolta, sior professor, me piasería parlar en poch de pu mi e volería parlar del mul”.

“Non ci sono problemi. Tutto fiato risparmiato per me. Ma perché vuoi parlare del mulo?” 

“Perché mi dei muli son apassionà. Badavo a ‘n mul quando ero alpin, a ´n mul che el se ciamava Berto. Ho pianzu´ quando ho dovu´ lassarlo. Dei muli me son enamorà. su de lori me son documentà sul libro del Sergio Abram, sui animai dele Dolomiti, en libro che l’é’ en monument ala Natura. A l’Abram son na’ anca a parlarghe de persona e o’ savu´ en mucio de robe, una pu bela de l’altra…”.

“Per esempio?”

“Per esempi che i muli e le mule no pol gaver fioi; ma zerte volte le mule le pol riprodurse en cobia a ‘n asen o en caval. E che a acopiar’en caval con n’ásen vegn fora el bardot, o bismul (en talian bardotto). Che a acopiar ‘n asen co na cavala vegna for en mul za el savevo. E riferide al mul’ gh’é tante parole,tanti modi de dir o deti: per esempi enmulada per dire testardaggine, enmularse per dir immusonirsi. O paragoni col mul: forte come ´n mul‘; teston come en mul; storno come na mula, per dire di un tipo strano o strambo. E ‘po tanti deti: sia da ‘n caval, sia da´n mul, staghe tre passi lontan dal cul. Se te beca na vespa en del cul, l’è pezo de na peada d’en mul. 

E non manca le filastroche per i popi. Sta chi’ la vegn dal 

Primiero: 

          Ste’ atenti,tosati,

          del cul del mul

          dela boca del can,

          de chi che g’ha sempre

          la corona en man:

          steghe tre passi lontan!

“A tutto questo, se permetti, voglio aggiungere qualcosa anch’io. Il mulo veniva allevato già dagli antichi Egizi. Gli Assiri lo utilizzavano per un loro molto efficiente trasporto postale. Questo animale è citato più volte nella Bibbia e nell’Iliade. I primi muli in America vennero portati da Cristoforo Colombo e George Washington, appassionato allevatore di muli nella sua tenuta di Mont Vernon, è conosciuto come il Padre del Mulo Americano. Molto diffuso nel passato in tutti i Paesi e continenti, sia nelle città che nelle campagne, o negli eserciti, come animale da tiro e da trasporto è stato in gran parte sostituito dai mezzi meccanici, come il mulo meccanico nel Corpo degli Alpini.  Famosi erano i muli francesi e anche quelli di Spagna dove veniva utilizzato il mulo catalano. In Italia era fiorente la produzione dei muli in Puglia,dove si incrociavano cavalle murgiesi con asini di Martina Franca, ottenendo i muli martinesi, ideali per l’artiglieria alpina. Nelle truppe alpine i muli di prima classe venivano utilizzati per il trasporto dell’artiglieria (analogamente agli alpini dal corpo piu poderoso); i muli di taglie minori per il trasporto di tende, munizioni,viveri… In particolare i muli più potenti servivano al trasporto del mortaio da 120 composto da tre pezzi: piastra, affusto e bocca da fuoco, che aveva bisogno di tre robusti alpini per essere trasportato manualmente. Un animale come il mulo alpino ha meritato tante pagine memorabili di scrittori come Salvator Gotta, Mario Rigoni Stern, Giulio Bedeschi… E anche un monumento di bronzo. È nella capitale,a Roma a Villa Borghese, ammirato soprattutto dai bambini…”.       

renzofrancescotti@libero.it

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Pubblicato da Renzo Francescotti

Autore trentino dai molti interessi e registri letterari. Ha al suo attivo oltre cinquanta libri di narrativa, saggistica, poesia in dialetto e in italiano. È considerato dalla critica uno dei maggiori poeti dialettali italiani, presente nelle antologie della Garzanti: Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi (1991) e Il pensiero dominante (2001), oltre che in antologie straniere. Sue opere sono tradotte in Messico, Stati Uniti e in Romania. Come narratore, ha pubblicato sei romanzi: Il Battaglione Gherlenda (Paravia, Torino 1966 e Stella, Rovereto 2003); La luna annega nel Volga (Temi, Trento 1987); Il biplano (Publiprint, Trento 1991); Ghibli (Curcu & Genovese, Trento 1996); Talambar (LoGisma, Firenze 2000); Lo spazzacamino e il Duce (LoGisma, Firenze 2006). Per Curcu Genovese ha pubblicato Racconti dal Trentino (2011); La luna annega nel Volga (2014), I racconti del Monte Bondone (2016), Un Pierino trentino (2017). Hanno scritto prefazioni e recensioni sui suoi libri: Giorgio Bàrberi Squarotti, Tullio De Mauro, Cesare Vivaldi, Giacinto Spagnoletti, Raffaele De Grada, Paolo Ruffilli, Isabella Bossi Fedrigotti, Franco Loi, Paolo Pagliaro e molti altri.