Uno “sbaglio” per passare alla storia

Insomma, alla lunga il mondo si è reso conto che esportare democrazia è un’attività che forse dà l’impressione di essere redditizia sul breve periodo, ma presto o tardi si rivela fallimentare. Quel che sta accadendo in Afghanistan in queste settimane dovrebbe aprirci gli occhi sul potere di valori fondanti ed universali come identità, cultura e spirito di appartenenza. Forse i confini non sono solo linee tracciate su una cartina o il frutto di accordi internazionali, ma segnano davvero il perimetro di modalità dello stare al mondo, spesso non in linea tra loro, anzi a volte fortemente contrastanti sul piano etico e morale. E così, obnubilati da strascichi pandemici (no-vax vs. sì-vax) ci si risveglia da una specie di torpore che aveva posto in secondo piano gli equilibri geopolitici internazionali.

Il Presidente Biden dice molte cose, ma non quella che sarebbe lecito aspettarsi: ovvero l’ammissione di uno sbaglio. Eppure delle volte lo sbaglio può essere un punto di partenza molto interessante. Un’opportunità di cambiamento. O per la nascita di qualcosa di innovativo, se non addirittura geniale. In passato è già avvenuto. In campo culinario, ad esempio. Quello che sembrava una ricetta completamente sbagliata si è rivelata l’embrione di un alimento che sarebbe poi diventato di notorietà mondiale. 

È invece uno “sbaglio” genetico quello che ha segnato la vita di Alessandro Obrelli che nel 2002 ha scoperto di essere diabetico tipo “uno”. Anziché abbattersi ha fatto della sua esistenza un esempio di vitalità e gioia. 

Ma anche le storie aziendali di Loacker e Tenuta San Leonardo hanno seguito strade curiose – coincidenze, casualità, ecc. – prima di diventare le eccellenze che oggi rappresentano.

Infine, il ballo. Eccolo qui! Non dobbiamo farlo. Non commettiamo lo sbaglio più grave, per favore: quello di far finta che nulla sia accaduto negli ultimi due anni. Ballare è concesso, ci mancherebbe! Ma la musica… quella la dobbiamo cambiare.

direttore@trentinomese.it

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.