Il viaggio di questo mese sulle tracce dei circoli di “Trentini del Mondo” ci porta nel cuore dell’Europa, nel Granducato del Lussemburgo. E se si pensa al Lussemburgo, la mente va automaticamente ad un immaginario fatto di banche, alta finanza, istituzioni europee. Difficilmente si arriva a immaginarvi una meta raggiunta dai nostri nonni con la proverbiale valigia di cartone. In realtà il Granducato negli ultimi due secoli è cambiato profondamente, trasformandosi solo progressivamente nell’attuale paradiso dei servizi e del terziario. Il Lussemburgo è meta dell’emigrazione trentina da circa un secolo e mezzo: dapprima i trentini erano impiegati nel settore minerario e siderurgico, poi con il passare dei decenni finirono con l’approdare nel settore della ristorazione. Ed oggi i giovani trentini, spesso con alle spalle un’importante formazione universitaria, lavorano nella finanza e nelle istituzioni comunitarie, le quali in Lussemburgo danno da lavorare a diecimila persone da tutta l’Unione. Dunque, per quanto piccolo (l’intero Granducato conta circa 600mila abitanti), il Lussemburgo presenta una struttura economica e demografica particolarmente dinamica: si pensi che il numero di stranieri residenti tocca quasi il 50 per cento della popolazione totale. In un simile contesto, il’circolo dei Trentini nel Mondo del Lussemburgo è riuscito a rilanciare la sua offerta verso i giovani trentini evitando almeno in parte il grande problema dell’invecchiamento della base degli associati. Ne abbiamo parlato con Luca Martinelli, presidente del circolo dal 2020, che ha iniziato il suo mandato con l’obiettivo esplicito di salvare il circolo dalla chiusura attraverso uno svecchiamento della sua proposta, pur senza rinunciare alle tradizionali attività conviviali e di comunità.
DALLA SIDERURGIA ALLA FINANZA
«Il circolo del Lussemburgo venne fondato nel 1975 per volontà di Giacomo Andreolli, che ne divenne il primo presidente – ha spiegato Martinelli – Venne ispirato dai circoli trentini già presenti nel vicino Belgio ed ebbe da subito un grande successo, arrivando a contare nei primi anni circa una cinquantina di famiglie associate al circolo». Martinelli ha spiegato che il circolo si inseriva in un contesto dove la presenza trentina era già consolidata da un secolo: «I trentini in Lussemburgo erano presenti già dal 1870 circa, quando molti iniziarono a spostarsi verso il Lussemburgo meridionale, dove c’erano le miniere di ferro e carbone e l’industria siderurgica». Poi con il passare dei decenni l’industria pesante declinò, ma il Lussemburgo rimase attrattivo per i trentini: «Si aprivano opportunità in nuovi settori, come quello dell’ospitalità e della ristorazione, ma anche nel settore finanziario – ha sottolineato Martinelli. Inoltre, con il processo di unificazione europea, dagli anni Novanta ci fu un arrivo significativo di giovani che furono impiegati nelle istituzioni comunitarie, tra cui la Corte di Giustizia dell’Unione Europea e l’Eurostat». È questo l’ambito lavorativo, insieme a quello delle banche e della finanza, che continua ad attirare i giovani trentini, i quali si trovano a rivolgersi al circolo trentino: «Li sosteniamo dando loro le informazioni necessarie al disbrigo di faccende pratiche, come ad esempio il reperimento di una casa», indica Martinelli.
RISTORAZIONE “STELLATA”
Ciò che sembra caratterizzare l’esperienza lavorativa dei trentini in Lussemburgo è la centralità del settore dell’ospitalità e ristorazione: «Notiamo che tanti trentini si sono dedicati a questo settore, con ottimo successo», evidenzia Martinelli e fa riferimento.
In particolare alla vicenda di Antonio Pretti: «Originario di Strembo, Pretti arrivò in Lussemburgo negli anni Cinquanta, dopo che aveva finito la scuola alberghiera. Arrivò con in mano un regolare permesso di lavoro, ma si presentò a prendere servizio con un giorno di ritardo, per un disguido burocratico. Così i titolari gli dissero che non avevano bisogno di lui vista la scarsità di lavoro». Ma Pretti non si diede per vinto: «Indeciso se tornare o meno sui suoi passi, gli venne consigliato di proporsi in un altro albergo, lo “Hiertz” nella città di Diekirch: lì fu assunto e poi con tanto duro lavoro riuscì a rilevare l’attività». Non solo, Pretti riuscì a tagliare il traguardo dell’eccellenza assoluta: «Ricevette prima una e poi due stelle Michelin, fu il primo ristorante stellato del Lussemburgo. Diventò un riferimento addirittura per le visite di Stato: è presso il suo hotel che il Granduca riceveva i grandi dignitari stranieri. Tra questi vi furono Aldo Moro e il cancelliere tedesco Willy Brandt», ha raccontato Martinelli.
«COINVOLGIAMO I GIOVANI GRAZIE AL DIGITALE»
L’attrattività del Lussemburgo verso i giovani e la capacità del circolo di attirare le loro energie ha in buona misura ridotto il grande problema che caratterizza molti circoli trentini in giro per il mondo, l’invecchiamento della base degli iscritti: «La generazione post-bellica è andata in pensione ed è invecchiata inevitabilmente, e c’era persino l’ipotesi di chiudere il circolo – ha spiegato Martinelli. Ma con la mia elezione avvenuta nel 2020, abbiamo proceduto ad un rilancio della nostra offerta culturale, anche cogliendo le opportunità offerte dalla pandemia, che ha visto l’esplosione del ricorso ai sistemi di comunicazione a distanza». Con Zoom e i vari strumenti con cui abbiamo imparato a comunicare e lavorare nel corso della pandemia, il circolo ha scoperto un nuovo modo per interfacciarsi con utenti e curiosi: «Abbiamo confermato le iniziative più classiche, come la “polentata” e le feste della Befana e di Santa Lucia per i bambini, ma abbiamo puntato anche sulle iniziative culturali capaci di attirare un pubblico più dinamico», ha spiegato Martinelli, che elenca alcune delle iniziative più originali e curiose degli ultimi due anni: «Su Zoom abbiamo realizzato una conferenza con Ilaria Dorigatti, ricercatrice trentina presso l’Imperial College di Londra dove si è occupata dello sviluppo di modelli matematici in grado di prevedere il diffondersi della pandemia. Poi abbiamo coinvolto Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico del Trentino, che ha tenuto una lezione sull’identità trentina tra Tirolo ed Euregio. Fu una conferenza molto seguita, non solo dai trentini residenti nel Lussemburgo: abbiamo visto collegarsi molte persone anche dal Sud America. Abbiamo coinvolto anche il magistrato Giovanni Kessler, che ha spiegato i meccanismi anti-frode applicati alla finanza, un altro ottimo successo».
ED ORA… SI TORNA IN PRESENZA
Come già precisato però non tutte le iniziative del circolo del Lussemburgo sono in digitale. Da quando le restrizioni dovute alla pandemia sono mano a mano cadute, il circolo è tornato a progettare momenti di incontro anche di persona: «Realizziamo dei gruppi di lettura in collaborazione con la Libreria italiana del Lussemburgo – ha illustrato Martinelli. Organizziamo passeggiate nei meravigliosi boschi del Lussemburgo, dove si possono raccogliere i funghi. Poche settimane fa abbiamo coinvolto il gelatiere di origini trentine Andrea Bonomi in un seminario in cui ha spiegato come si realizza il gelato artigianale. A maggio abbiamo partecipato al Festival delle culture e della cittadinanza, che raggruppa le associazioni degli stranieri residenti in Lussemburgo, è stata una splendida occasione per conoscere le altre comunità e farci conoscere».